Il decreto Semplificazioni è una riforma senza precedenti. Così si costruisce il futuro. Parla il sottosegretario Turco: “Stiamo realizzando le condizioni per la competitività”

Sottosegretario Mario Turco (M5S) il Cdm ha approvato “salvo intese” il decreto Semplificazioni. Ma pare permangano perplessità di Pd e Leu sulle deroghe introdotte sul “modello Genova”. La discussione è destinata a riaprirsi in Parlamento?
“Il Parlamento, come sempre, potrà e dovrà discutere, migliorando, laddove ritiene opportuno, il “modello” di semplificazione proposto dal Governo. Il decreto approvato è il risultato di un intenso lavoro, condiviso non solo tra le forze di maggioranza, ma anche discusso con le diverse parti sociali ed economiche del Paese che abbiamo incontrato nei mesi trascorsi. Le nuove direttrici normative ci restituiscono un quadro di soluzioni concrete per velocizzare la realizzazione di opere pubbliche ferme da decenni, senza rinunciare però ai presidi di legalità. Ci saranno commissariamenti per un selezionato numero di infrastrutture, ma più in generale un rafforzamento di poteri delle stazioni appaltanti. Siamo pronti a realizzare una spesa pubblica senza precedenti.

Conte ha definito il dl Semplificazioni la “madre di tutte le riforme”. è d’accordo?
“è una riforma senza precedenti che mira a far diventare il nostro Paese più “dinamico”, grazie all’introduzione della digitalizzazione nella pubblica amministrazione; più “competitivo”, accelerando la realizzazione di infrastrutture strategiche e prioritarie ritenute necessarie per rendere più efficienti i processi economici; più “sostenibile”, sostenendo le economie verdi e le energie rinnovabili. Per favorire la realizzazione di questi obiettivi strategici, abbiamo rivisto la responsabilità del danno erariale rendendola più incisiva per il funzionario che omette di compiere atti, perseguibile per dolo e per colpa, così come introdotto disposizioni che consentiranno la prosecuzione delle opere anche in caso di ricorsi e contenziosi, nonché riformulato le procedure di monitoraggio degli investimenti, necessarie per migliorare la gestione degli interventi di spesa programmati”.

Via libera anche al Pnr con le direttrici per il Recovery plan: riforma fiscale, investimenti, transizione energetica…
“Stiamo costruendo una grande finestra sul futuro che permetterà all’Italia di competere con maggiore forza sui mercati. L’Italia, grazie al lavoro del presidente Conte in Europa, è al centro di una proposta della Commissione che la vedrebbe come principale beneficiaria delle risorse del Recovery fund. Parliamo di 170 miliardi che potremo destinare a finanziare i settori economici strategici e sostenere quel cambiamento necessario per rilanciare l’economia del Paese. Investimenti nelle nuove fonti energetiche, banda larga, industria 4.0, miglioramento della mobilità sono alcuni degli aspetti di un ampio progetto che si sta realizzando”.

Decreto semplificazioni e Pnr: è una dote convincente in vista del Consiglio Ue e della trattativa sul Recovery fund?
“Decreto cura Italia, Liquidità, Rilancio, Semplificazioni e l’imminente Decreto economico con cui andremo a finanziare e potenziare la Cig, fondo di garanzia per le pmi, sostegno ai Comuni sono misure senza precedenti nella storia d’Italia. Abbiamo realizzato uno sforzo finanziario senza precedenti, stanziando 75 miliardi di euro in deficit e ci apprestiamo a stanziare ulteriori 180 miliardi in termini di saldo netto da finanziare. E siamo pronti a ulteriori interventi laddove fossero ritenuti necessari per superare le difficoltà economiche contingenti”.

Riforma fiscale: si comincia dall’Irpef, dall’Iva o meglio insistere sul taglio del cuneo fiscale?
“In tema di tasse spesso si usa l’espressione ‘pagare tutti per pagare meno’. Noi crediamo che in questo momento valga di più il principio ‘pagare meno per pagare tutti’. Abbiamo già ottenuto grandi risultati: l’abolizione delle clausole di salvaguardia Iva, del saldo-acconto Irap 2020, l’esonero dal pagamento di Imu, Tosap e Cosap per turismo e ristorazione. Stiamo valutando, inoltre, una riduzione dell’Iva sui pagamenti elettronici, per incentivare ulteriormente i consumi, così come ritengo sia necessaria una riforma fiscale ampia che preveda un taglio dell’Irpef, imposta introdotta da oltre 50 anni, con 5 scaglioni di tassazione, inefficiente a garantire la perequazione fiscale dei redditi tra lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi. Allo stesso tempo, ritengo importante rivedere la tassazione sulle speculazioni finanziarie di borsa, con una riforma a livello europeo”.

Questo governo è stato accusato di essere un po’ troppo fermo, di prender tempo e rinviare le scelte…
“Questo Governo ha dimostrato nei fatti di saper prendere, in tempi anche brevi, decisioni importanti affrontando un’emergenza sanitaria ed economica senza precedenti, evitando panico sociale, salvaguardando il lavoro, sostenendo i redditi e la liquidità delle imprese”.