Le Lettere

Il dottor Stranamore

L’Ammiraglio Cavo Dragone, nell’intervista al Financial Times, ha detto che la Nato potrebbe attaccare la Russia anziché solo difendersi da azioni russe. Così sembrava. Ma la Meloni ha chiarito che parlava solo di autodifesa nel campo della cybersicurezza.
Amedeo Valenza
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Gentile lettore, la Meloni è bravissima a far volare gli asini e anche gli elefanti. Cavo Dragone non parlava solo di contromisure di cybersicurezza e la Meloni lo sa benissimo, tant’è vero che per non essere sbugiardata ha aggiunto “io l’ho letta così”, come dire: ‘è una mia interpretazione, potrei sbagliare’. Cavo Dragone ha detto che alla Nato si dibatte l’ipotesi di passare da una postura “reattiva”, reazione a un attacco ibrido russo, a una “proattiva”, cioè attaccare per primi con azioni ibride (che includono tutto, dall’hackeraggio alle armi d’ogni tipo). Adesso fa comodo a Dragone, alla Meloni, al governo e a certe parti dell’opposizione far finta che l’ammiraglio abbia detto altro. Ma non è così. L’ha interpretata diversamente Putin, che ha risposto all’intervista dicendo: “Se l’Europa vuole attaccarci, siamo pronti”, ma lo Zar potrebbe avere i suoi motivi. Insospettabile è invece l’opinione del Gen. Fabio Mini, ex comandante del fianco Sud della Nato, uno dei pochi ufficiali che dica pane al pane e vino al vino, il quale ha scritto: “Una difesa ‘proattiva’ nel linguaggio degli ignari suona bene ma in quello militare e popolare significa solo attaccare per primi, in ogni campo”, incluse quindi le armi vere e proprie. Che la Nato pensi di attaccare la Russia ci dice che siamo nelle mani di emuli del folle Dottor Stranamore.