Il Governo incassa la fiducia anche al Senato con 156 Sì. Conte: “Valuteremo come rafforzare la squadra”

Il Governo incassa la fiducia anche al Senato con 156 Sì. Conte: “Valuteremo come rafforzare la squadra”

Il Governo, dopo un’intera giornata di dibattito in Aula e il voto di ieri sera a Montecitorio (leggi l’articolo), ottiene la fiducia anche al Senato con 156 Sì (ma i voti a favore salgono a 157 con il senatore M5S Francesco Castiello assente per Covid), 140 No e 16 astenuti. I votanti erano 312 e la maggioranza richiesta era di 149. L’esecutivo ha registrato anche i voti favorevoli di due senatori di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, mentre Italia Viva si è astenuta. I senatori Lello Ciampolillo (ex M5s) e Riccardo Nencini (Psi-Italia viva) sono stati riammessi al voto. “Dopo un accertamento fatto dai senatori questori sulle dichiarazioni di chiusura del voto di fiducia – ha detto al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati chiarendo l’equivoco -, Ciampolillo è arrivato alle 22.14 e la dichiarazione di fine voto della presidenza è delle 22.15. Siccome Ciampolillo ha alzato la mano e io non l’ho potuto vedere né mi è stato segnalato, è stato riammesso alla votazione”.

La resa dei conti con Renzi.

Faccia a Faccia nell’Aula del Senato tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, dopo la crisi aperta dall’ex premier una settimana fa con la dimissione delle ministre Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto. “Non avete mai trovato porte chiuse ma avete scelto la strada delle aggressioni e degli attacchi mediatici, questa scelta che avete fatto non significa investire sul futuro del Paese”, ha detto Conte, nel corso delle repliche nell’Aula del Senato rivolgendosi ai banchi di Italia Viva. “Voi parlate sempre di poltrone, ma io non mi vergogno di dire che sono seduto su queste poltrone, non ci si deve vergognare se ci si siede con disciplina e onore”, ha aggiunto, sottolineando che “se i numeri non ci sono, questo governo va a casa, non va avanti”.

Il premier entrando nel merito del Recovery ha ricordato che il piano è stato elaborato in incontri bilaterali con tutti i ministri, “anche le ministre di Italia Viva. Questi incontri non avevano risolto il problema di tirare fuori scelte strategiche, che si hanno con il confronto collegiale, un confronto che si può fare anche con toni cordiali, avremo potuto ritrovarci intorno ad un tavolo, e in una ventina di giorni potevamo dare al parlamento una versione aggiornata. Ma chi ha detto che non si poteva discutere? Il risultato è che ora noi dobbiamo sbrigarci”. “Ho spesso difeso le vostre istanze – ha detto il premier replicando a Italia Viva – ma a un certo punto avete preso una strada diversa, che non è quella della leale collaborazione. Diciamolo di fronte a tutti. Stavamo già lavorando sul patto di fine legislatura. Subito dopo l’eventuale fiducia valuteremo un tema di cui stavamo già discutendo: come rafforzare la squadra di governo”.

Questa mattina, nel suo primo intervento, il presidente del Consiglio aveva messo in guardia sul ruolo della politica che “se indirizzata sempre e comunque al benessere dei cittadini diventa uno strumento molto efficace per interpretare le istanze. Quando la politica si eclissa queste istanze finiscono per restare ai margini, con il rischio che rimangano afone e quindi inascoltate o, peggio, che si traducano in rabbia e sfocino nello scontro violento”. E lanciando una bordata a Italia Viva, ha evidenziato come sia “molto complicato governare in queste condizioni con chi continuamente dissemina mine sul percorso comune e mira a logorare un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza”.

Venti minuti di intervento per Renzi. Il senatore fiorentino che dai banchi ha attaccato il premier parlando di un “mercato indecoroso” di poltrone che il Paese non merita in questo momento. “Pur di restare dov’è ha cambiato la terza maggioranza diversa” ma “lei non può cambiare le idee per mantenere la poltrona. Pensiamo che per la tragedia in corso ci sia bisogno di un governo più forte. Abbiamo tre record negativi, sull’economia, sulla sanità, sulla scuola, tutti temi assenti nel suo discorso, lei non ha fatto un elenco ambizioso, lei non ha indicato un grande sogno per il futuro del paese, una visione”.

“Noi – ha spiegato Renzi – non abbiamo chiesto di essere accontentati con qualche posto, lei ha avuto paura di salire al Quirinale il giorno dopo le dimissione, lei ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei e per il governo ma temo sia dannoso per le istituzioni. Da mesi chiediamo una svolta, sono mesi che vi chiediamo di cambiare, siamo stati fin troppo pazienti”. “Non è il momento di aprire una crisi? Questo è il momento per decidere, ora o mai più si può fare la discussione, ora ci giochiamo il futuro”, ha aggiunto. Scontata la fiducia da Pd e M5S. Per il dem Andrea Marcucci si tratta di una apertura di crisi “pericolosa e sbagliata. Noi oggi abbiamo delle grosse responsabilità, sappiamo che abbiamo in mano il futuro del paese. Non sarà mai un errore fare la cosa giusta e oggi il Pd sa di fare la cosa giusta e rinnoviamo la fiducia”.

Per Ettore Licheri del M5S si tratta della crisi “più scellerata, assurda e folle della storia del Paese. C’è chi dice di andare alle elezioni per il bene degli italiani… ma a nome di chi parlate? Chi è l’italiano che vuole la crisi, ma quale gente frequentate? Uscite fuori da quest’Aula e respirate il dolore che i cittadini stanno provando in questo momento”. In soccorso del governo il voto del senatore Pierferdinando Casini: “Vorrei esprimere il rispetto verso il presidente e i componenti dell’esecutivo per gli sforzi onesti e leali che avete messo in campo nell’affrontare la pandemia. Credo che nessuno possa avere il pregio della infallibilità davanti una vicenda drammatica come questa. C’è la necessità che questo governo allarghi la base di condivisione, ma recuperiamo un cammino comune con chi ha fatto prevalere ragioni divisive”, ha aggiunto.

Anche l’ex premier e senatore a vita, Mario Monti ha annunciato voto favorevole “libero e condizionato a quelli che saranno i provvedimenti e se corrisponderanno alle mie convinzioni”. Ok alla fiducia dalla senatrice del Gruppo Misto Sandra Lonardo: “oggi un gruppo parlamentari con senso di responsabilità fa una scelta di amore per il Paese, come dicono di aver fatto Renzi e Salvini, ma con una grande differenza, io non chiedo nulla, non avra’ nulla”. Il senatore del Psi, Riccardo Nencini ha parlato della crisi come un “azzardo non condiviso” e ha detto che i socialisti valuteranno “a tempo il proprio proposito, tenendo conto che in questi mesi abbiamo sostenuto il governo da apolidi”.

Duro attacco dagli scranni dell’opposizione a cominciare dal segretario della Lega Matteo Salvini che parla di “dibattito surreale. Quelli che cambiavano casacca fino a poco tempo fa erano dei volgari poltronari, ricordo che non state cercando costruttori volenterosi e responsabili, state cercando dei complici da pagare per non mollare la poltrona, questo e’ quanto sta accadendo. Noi speriamo che lei liberi la poltrona che sta ostinatamente difendendo con tutti i mezzi necessari”, ha sottolineato il leader del Carroccio. “E’ evidente che questa maggioranza non c’è più. Non possiamo darvi la fiducia, noi scegliamo di essere coerenti, continueremo la nostra battaglia politica perché ci crediamo, scegliamo di essere liberi da condizionamenti e ricatti, scegliamo di candidarci a governare il Paese”, ha detto la capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini. Il senatore di Fratelli d’Italia Luca Ciriani, ha concluso: “Noi non voteremo la fiducia e crediamo che lei farebbe meglio a dimettersi e porre fine a questo penoso teatrino e restituire la parola agli italiani”..