Onorevole Stefania Ascari, in un periodo in cui i conflitti internazionali ridisegnano gli equilibri geopolitici la sua attenzione va alle donne palestinesi come testimonia la partecipazione all’evento del prossimo mercoledì al “Festival della Cultura Palestinese”. Vuole dirci qualcosa in più a riguardo?
“A Gaza non solo si lotta solo per sopravvivere ai bombardamenti israeliani, ma si convive anche con le difficoltà quotidiane causate dalla fame, dalla sete, dalle epidemie e dalle pessime condizioni igienico-sanitarie. Per una donna anche solo avere le mestruazioni è un inferno nell’inferno. Mancano l’acqua pulita, il sapone, i servizi igienici, beni di prima necessità, come gli assorbenti. Le donne sono costrette a utilizzare pezzi di stoffa tagliati dalle tende continuamente rilavati in acqua già sporca, con il rischio di contrarre infezioni.
Sono condizioni disumane lesive della dignità personale che mai e poi mai il mondo civile dovrebbe ritenere accettabili, per nessun motivo. Partecipare al Festival della Cultura Palestinese è un modo per dare voce a chi oggi è ridotto al silenzio sotto le macerie, ma che ha diritto di esistere e di resistere”.
Intanto la Global Sumud Flottilla è salpata alla volta di Gaza con a bordo quattro parlamentari italiani. Trova che il governo italiano stia facendo abbastanza per la situazione mediorientale e rispetto a questa iniziativa della società civile che pare supplire proprio ai vuoti della politica?
“La Global Sumud Flotilla è una straordinaria iniziativa di coraggio civile che rivela i vuoti della politica internazionale. Se i cittadini e le cittadine devono salpare per portare aiuti a Gaza, significa che chi è al potere non fa il proprio dovere. Il governo italiano non ha mosso un dito per fermare il genocidio palestinese che accade sotto gli occhi del mondo così come non sta facendo nulla per tutelare gli attivisti e le attiviste a bordo delle navi. Oggi una delle navi ha subìto un attacco da un drone militare in acque tunisine. L’Europa e i governi dei cittadini e delle cittadine in missione hanno il dovere di garantire la loro sicurezza e fermare lo Stato genocida e terrorista d’Israele”.
A proposito di vuoti politico-normativi, grande la sua attenzione alla dimensione della manipolazione mentale e delle sette. A che punto siamo in Italia?
“In Italia mancano leggi contro la manipolazione mentale e contro le organizzazioni settarie. Non monitoriamo il fenomeno da 27 anni, un vuoto inaccettabile. Ho chiesto un’indagine in Commissione Giustizia e proposto una commissione d’inchiesta perché per affrontare un fenomeno bisogna conoscerlo. Le organizzazioni settarie proliferano nel silenzio, distruggendo vite e chi ne è vittima oggi fatica ad avere giustizia”.
Intanto, si procede inesorabilmente verso le regionali. Trova che l’esperimento del Campo Largo possa tenere anche a livello nazionale nonostante le differenze tra i due principali alleati (PD-M5S)? Penso in modo particolare al sostegno militare all’Ucraina.
“Se si mettono al centro i bisogni delle persone e non le bandierine ideologiche, il Campo Largo può reggere, sia a livello locale che nazionale. Le differenze vanno affrontate con dialogo. Di certo, vogliamo un’alternativa al governo Meloni, che sta fallendo su troppi fronti, ma è fondamentale mettere al centro i programmi e i temi”.
Tra i vari capitoli di spesa, pare che il governo voglia investire – stando alle parole della presidente Meloni al Meeting di Rimini – sul piano casa per le giovani coppie. C’è da essere felici? Una buona misura per contrastare l’inverno demografico, non trova?
“Per contrastare l’inverno demografico serve sostegno reale alla maternità e alla natalità con investimenti a lungo termine, politiche che rafforzino il welfare di prossimità, l’occupazione femminile e giovanile, la condivisione dei carichi di cura, la parità di genere. Altrimenti, limitandosi a norme spot, quelli che sono diritti, come l’avere una casa o il costruire una famiglia, diventano privilegi per i più ricchi”.
Vorrei inoltre da donna e da politica un suo commento sulla vicenda dei siti sessisti che tanto ha sconvolto l’opinione pubblica, mostrando i rischi di un web non adeguatamente regolamentato.
“I siti che insultano e oggettificano le donne, diffondendo persino immagini intime senza consenso, sono violenza. Ho depositato interrogazioni parlamentari in merito e denunciato alla polizia postale, ma è chiaro che non basta. Serve un cambiamento culturale, perciò credo molto nella mia proposta di legge per l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Bisogna educare al rispetto, al consenso e all’empatia fin dai primi anni di scuola. Solo così si può sradicare il seme della violenza e debellare la cultura patriarcale e maschilista in cui siamo immersi”.
Onorevole Ascari, un’ultima domanda sulle accuse di antisemitismo a lei rivolte da Il Tempo e che l’hanno condotta sino in procura per una querela. Come risponde a chi la accusa di far parte della sinistra “amica di Hamas”?
“Sono accuse strumentali fatte per intimidirmi. Denuncio le violazioni dei diritti dei palestinesi da anni, quando in pochi lo facevamo sapendo di andare incontro alla macchina del fango.
Oggi molta stampa italiana, invece di informare, manipola la realtà per compiacere i potenti. Spero che un giorno emergano le responsabilità di chi, anche tra i media, ha lavorato per coprire il genocidio a Gaza. Confido nella giustizia”.