Il Governo spinge sulla crescita. Avanti con lo sblocca-cantieri. Misure necessarie per rimettere in moto l’economia. Ecco le prime 7 opere che ripartiranno

Il Governo per i rimettere in moto i cantieri definisce una road map delle opere che servono davvero al Paese

Mentre i tecnici del ministero dell’Economia sono al lavoro per scrivere il Def (Documento di Economia e Finanza) in cui si comincerà a capire se la cura del Governo sta avendo effetti positivi sulla crescita italiana, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sono andati in Sicilia per assistere alla riapertura di un cantiere sulla strada sulla Statale 640 Caltanissetta-Agrigento, rimasto chiuso per mesi a causa di problemi burocratici.

L’obiettivo del premier è dare un segnale all’economia e ai mercati che il suo Esecutivo non è contrario allo sviluppo e alle grandi opere pubbliche ma che i soldi destinati alle mega infrastrutture possono essere destinati più efficacemente a opere piccole e medie. La priorità del Governo è far ripartire il maggior numero di cantieri possibili, per questo motivo, la prossima settimana il consiglio dei ministri, ha detto il ministro per il Sud, Barbara Lezzi: “verrà presentato il decreto Sblocca-cantieri”.

Un’annuncio, quest’ultimo, accolto con favore dal presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), Nicolò Rebecchini, il quale ha sottolineato come “ancora non è arrivato in porto, ci auguriamo che questo arrivi il prima possibile. E’ un argomento importantissimo”. Ma c’è un altra partita che si gioca lontano dai riflettori dove sono puntati tutti gli occhi dell’Esecutivo e sono i numeri che il ministero del Tesoro sta elaborando per scrivere il Def, che dovrà essere presentato al Parlamento entro il 10 aprile.

Infatti dalle prime elaborazioni sarebbe emerso un rapporto deficit/Pil che può arrivare sino al 3,5%. Di qui la necessità di accelerare sulla crescita, in modo da riuscire a compensare, almeno in parte, gli effetti negativi del ciclo economico di recessione tecnica in cui è entrato il Paese. Serve tempo, è chiaro, anche perché il Reddito di cittadinanza ha bisogno di alcuni mesi prima di andare a regime e dare la spinta prevista. Il primo banco di prova sarà venerdì prossimo quando l’Agenzia di Rating Moody’s si dovrà esprimere nuovamente sul rating dell’Italia.

Lo sblocca cantieri non è l’unico provvedimento su cui punta l’esecutivo giallo verde. Ieri infatti il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, parlando di alcune grandi imprese di costruzioni italiane in crisi, ha detto: “Spero e auspico che questi colossi delle infrastrutture che abbiamo avuto in Italia, alcuni in amministrazione straordinaria del Mise, (Ministero dello Sviluppo Economico n.d.r.) possano diventare un unico player per le infrastrutture a livello nazionale. Noi abbiamo bisogno di un unico player che faccia infrastrutture in Italia e all’estero. Le infrastrutture – ha aggiunto Di Maio- si devono fare al Nord, al Sud e al Centro e si devono fare, medie, grandi e piccole”.

Il Governo Conte punta su sette opere infrastrutturali importanti da concludere rapidamente, oltre al Ponte sul Polcevera di Genova, per dimostrare che l’esecutivo giallo verde è favorevole alle infrastrutture che migliorano la vita dei cittadini. La prima, per l’appunto, è la strada statale 640 Caltanissetta-Agrigento, dove si è recato ieri mattina il premier Conte, il quale ha spiegato come: “Faremo di tutto per completarla entro giugno 2020. E’ una infrastruttura strategica per la Sicilia e anche per l’Italia”.

Altra opera considerata fondamentale dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, è il terzo macrolotto della statale 106 Jonica, nel tratto che va da Roseto Capo Spulico a Sibari. Segue il completamento delle quattro corsie sulla Sassari-Alghero (SS 291). Sempre in Sardegna, gli uomini del ministero guidato da Toninelli, puntano a completare la Sassari-Olbia entro la fine del 2020, con una spesa complessiva di circa 800 milioni. Mentre per quanto riguarda il Quadrilatero Umbria – Marche, il governo conta di far ripartire i lavori entro la fine di questo mese. Poi c’è la partita del treno ad alta Velocità Napoli-Bari, la cui spesa complessiva è stimata in circa 6,2 miliardi, con un primo investimento da circa 400 milioni.

Nei prossimi giorni saranno selezionate altre opere a cui dare priorità nella realizzazione. Infatti, questa settimana ci sarà un incontro tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il titolare del Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli con tutti i presidenti di Regione insieme all’Associazione Nazionale dei Comuni (Anci) e all’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance). “L’intento – ha spiegato Di Maio – è di fare il punto sulle opere che vogliamo sbloccare e sugli ostacoli che fino ad oggi, negli ultimi anni, hanno impedito la realizzazione e l’avvio di queste opere”.

Per accelerare al massimo sui progetti di sviluppo delle infastrutture stardali il Governo ha deciso di rafforzare in maniera significativa il ruolo dell’Anas, che ha rimodulato il contratto di programma 2016 – 2020 con il ministero guidato da Toninelli, portando il piano di investimenti da 23,4 miliardi a 33 miliardi. Di questi fondi, 15,9 miliardi, pari al 53%, sono destinati alla manutenzione programmata e alla messa in sicurezza degli itinerari, 14 miliardi, pari al 47%, sono destinati a nuove opere e al completamento degli itinerari.

A questi 29,9 miliardi si aggiungono poi i 3,1 miliardi previsti dal Fondo Investimenti 2019, istituito dalla legge di Bilancio, per ponti, viadotti e gallerie e viabilità post sisma. In questo modo si arriva a quota 33 miliardi, di cui 28,3 miliardi già finanziati. Per rilanciare i cantieri, Anas pubblicherà entro il 2022 gare d’appalto per un totale di 28 miliardi di euro. Della cifra complessiva, 25,2 miliardi saranno impiegati per la realizzazione di nuove opere e interventi di manutenzione. Sul fronte della manutenzione programmata, Anas prevede una spesa annua di 620 milioni nel 2019 e 800 nel 2020, più del doppio rispetto al 2016, quando non andarono oltre i 370 milioni. Intanto, dall’inizio dell’anno l’Anas ha approvato 102 progetti.