Il novax Barillari espulso dal Movimento Cinque Stelle. Lo sfogo su Facebook del consigliere regionale del Lazio: “Colpevole di essere rimasto coerente e di non essermi mai venduto al Pd”

Il consigliere regionale del Lazio dei Cinque Stelle, Davide Barillari, ha annunciato sui social di essere stato espulso dallo stesso Movimento. “Arrivata l’espulsione. Sono stato cacciato dal M5S – scrive il consigliere – dopo 10 anni di vero attivismo dal basso, oggi sono dichiarato ‘colpevole’ di essere rimasto coerente ai valori e alle promesse fatte ai cittadini, ‘colpevole’ di non essermi mai venduto al Partito Democratico come hanno fatto tanti altri”.

Barillari, già in passato, era stato censurato dal Blog delle Stelle per le sue posizioni oltranziste sui vaccini; di recente la pubblicazione di un sito di ‘controinformazione’ sulla sanità, il cui indirizzo era simile a quello ufficiale della Regione, lo aveva messo in contrasto con il suo stesso gruppo e di nuovo con il Blog ufficiale del Movimento. La decisione sulla sua espulsione era stata riservata ai probiviri. “Ora, dai banchi del gruppo misto – conclude Barillari – continuerò con ancora più forza a combattere a fianco dei cittadini, nelle battaglie che i miei colleghi non hanno più il coraggio di fare”.

“Espulso via mail – scrive in un post successivo il consigliere regionale -, senza nemmeno una telefonata. Ho chiesto, invano, di poter essere giudicato dalla base, da tutti gli attivisti, e non dai vertici. Ci sarebbe da ridere. Espulso dal M5S proprio perché ho cercato con altri 1.300 attivisti e oltre 100 portavoce comunali di salvare il M5S dalla sua deriva. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Barillari ha pubblicato sul social anche il provvedimento di espulsione, firmato dai probiviri Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone: “Espulsione immediata”. Nella delibera sono spiegate le motivazioni del provvedimento: viene citata “l’iniziativa ‘Carta di Firenze 2019’, non autorizzata e condivisa dal Capo Politico del MoVimento 5 Stelle. Parimenti si prende atto di Sua recente iniziativa, consistente nella promozione di un sito internet identificato con www.saluteregionelazio.it, sito simile a quello ufficiale della Regione Lazio (www.salutelazio.it)”. Né sono servite ai probiviri le “memorie difensive” inviate da Barillari: “Sono state considerate insufficienti a giustificare la Sua condotta”.