Il piano di riarmo Ue fa infuriare Mosca, Trump preferisce Putin a Zelensky

A Parigi riunione dei volenterosi. Ci sarà pure l’Italia ma intanto Salvini dà del matto a Macron. E Trump dice di preferire Putin a Zelensky.

Il piano di riarmo Ue fa infuriare Mosca, Trump preferisce Putin a Zelensky

Il giorno dopo il sì dei leader europei al piano di riarmo Ue, Mosca prende posizione. “Sta avvenendo principalmente contro la Russia”, che potrebbe essere costretta ad “adottare contromisure appropriate”, dichiara il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Il portavoce ha sottolineato che Mosca sta “monitorando attentamente” i progetti di riarmo dell’Unione europea, perché la stessa Ue individua “la Russia come suo principale avversario”. “Questa retorica e questi piani ostili a cui stiamo assistendo a Bruxelles e nelle capitali europee – ha concluso Peskov – sono ovviamente in grave contrasto con lo spirito di ricerca di soluzioni pacifiche per la situazione in Ucraina”.

Trump minaccia sanzioni a Mosca ma poi preferisce Putin a Zelensky

Intanto il presidente Usa dice che sta considerando “ampie sanzioni bancarie, sanzioni e dazi alla Russia fino a quando un cessate il fuoco e un accordo finale sulla pace non saranno raggiunti”. Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth esortando la Russia e l’Ucraina a sedersi al tavolo “ora prima che sia troppo tardi”.

Ma poi dice di credere a Putin. “Trovo più difficile trattare con l’Ucraina che con la Russia, e l’Ucraina non ha le carte”. E che l’Europa “non sa come mettere fine alla guerra, io penso di sapere come fare”. Vladimir Putin è disposto a discutere una tregua temporanea in Ucraina a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo, riporta intanto l’agenzia Bloomberg.

Macron riunisce i volenterosi a Parigi c’è anche l’Italia

Parigi si prepara intanto a una nuova settimana di intensa attività diplomatica per potenziare il fronte dei cosiddetti Paesi ‘volenterosi’ nel sostegno all’Ucraina e per la sicurezza comune dell’Europa. Il ministro francese delle Forze armate, Sébastien Lecornu, riceverà mercoledì 12 marzo gli omologhi di quattro grandi Stati europei – Germania, Italia, Polonia e Regno Unito – per ‘’coordinare la propria azione e il sostegno a Kiev’’, hanno annunciato fonti vicine al ministro d’Oltralpe, precisando che i cinque ‘big’ della difesa continentale – per l’Italia dovrebbe partecipare Guido Crosetto – si ritroveranno nell’antica abbazia reale di Val-de-Grâce, nel cuore della rive gauche parigina.

L’incontro avverrà proprio all’indomani del summit militare organizzato per martedì 11 marzo, sempre a Parigi, dal presidente Emmanuel Macron, insieme a Volodymyr Zelensky e ai capi di stato maggiore degli eserciti di quei Paesi cosiddetti ‘volenterosi’, pronti cioè a garantire il rispetto di una futura pace in Ucraina. Insieme al premier britannico Keir Starmer ed in stretto coordinamento con gli omologhi Ue, il presidente francese moltiplica gli sforzi diplomatici per tentare di mettere a punto un piano di pace che scongiuri il rischio di un ‘’’cessate il fuoco’’ negoziato in fretta e furia solo da Stati Uniti e Russia.

Mercoledì sera, in occasione del suo intervento tv davanti alla Nazione, Macron aveva già annunciato il summit con i capi operativi dei grandi eserciti continentali, per dibattere di un eventuale “dispiegamento di forze europee” in Ucraina. Forze, ripete il presidente francese, che “non andrebbero a combattere sulla linea del fronte’’, ma, “al contrario, una volta firmata la pace, ne garantirebbero il pieno rispetto”. L’Italia arriva a Parigi in una posizione di evidente imbarazzo.

Ma intanto Salvini dà del matto a Macron

“L’esercito europeo comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare, no, mai”, dice il vicepremier e ministro leghista Matteo Salvini. “Non siamo ancora a questo punto, non sono neanche iniziati i negoziati di pace. Parlare di quello che avverrà come soluzioni è totalmente fuori dal momento”.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha frenato sulla tempistica dell’invio di soldati italiani in Ucraina all’interno di una forza di peace-keeping. Una cautela che probabilmente rassicura la premier Giorgia Meloni che ha ribadito il no all’invio di truppe europee in Ucraina, al termine del Consiglio europeo straordinario di giovedì.