Il sistema non regge più e ormai scontenta tutti. Rembado, Associazione nazionale presidi: Serve una vera autonomia scolastica

di Fausto Cirillo

Al professor Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, chiediamo di formulare una diagnosi sullo stato della scuola che fra pochi giorni riaprirà i suoi battenti.
«Non vorrei essere troppo pessimista, ma questo sistema ormai scontenta tutti quanti. Nell’ambito del sistema dell’istruzione non esistono infatti profili professionali, categorie e soggetti che si trovino particolarmente a loro agio. Gli insegnanti protestano per un trattamento economico inadeguato e al di sotto di quello elargito ai loro omologhi europei, gli studenti spesso si rammaricano di non ottenere le gratificazioni che si attendono dall’attuale sistema della formazione, i genitori si lamentano di essere poco considerati all’interno delle scuole e di non aver peso nell’ambito della programmazione degli istituti così come nella determinazione del loro indirizzo didattico.
Occorre quindi metter mano a un profondo ripensamento del sistema, senza però aver la pretesa impossibile di trovare una soluzione che accontenti tutti. Manca forse una stella polare, un punto di riferimento che prescinda dagli interessi di questo o quel gruppo sociale. È un compito immane. Ci sono antichi problemi ormai incancrenitisi che andrebbero affrontati con soluzioni coraggiose che scontentino alcuni».
Ad esempio?
«Penso a una valorizzazione dell’impegno professionale dei docenti costruito sulla valutazione delle loro competenze, su incarichi che svolgono o che svolgeranno e che spesso sono effettuati in una logica volontaristica senza un riconoscimento retributivo e di carriera.
E in secondo luogo andrebbe data alle scuole quella vera autonomia che era stata prevista nella legge del 1997 e che finora non è mai stata attuata per la preoccupazione del sistema centrale di perdere potere e quindi influenza sull’intero sistema».
Purtroppo lo Stato continua a imporre ai genitori la scelta della scuola sulla base del censo. Chi se lo può permettere spesso sceglie istituti privati. È favorevole a una detrazione fiscale totale delle spese sostenute dalle famiglie per l’istruzione?
«A mio avviso queste spese, siano esse destinate alla scuola statale o a quella non statale, dovrebbero essere tutte detassate e questo paradossalmente per dare alla scuola statale maggiori possibilità di finanziamento perché ormai è dimostrato che lo Stato non è più in grado di mantenerle».