Il testamento biologico è stato sbloccato. Ma l’approvazione è difficile: rischia l’eutanasia al Senato

Tante belle parole, un passaggio in prima lettura ma con la prospettiva di finire nel pantano. La legge sul testamento biologico sarà approvata dalla Camera

Tante belle parole, un passaggio in prima lettura, ma con la prospettiva di finire nel pantano. La legge sul testamento biologico, salvo sorprese, sarà approvata oggi dalla Camera. Un passo in avanti? Certo, e anche importante. Nel testo è stata inserita la possibilità di rifiutare l’accanimento terapeutico e “l’ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure”, ha riferito Mario Marazziti, deputato di Democrazia solidale e presidente della commissione sul Biotestamento. Anche se, come spiegato da Marazziti, questo “non configura l’abbandono terapeutico nella fase terminale della vita, ma, al contrario, garantisce la terapia del dolore in modo esplicito, anche in caso di rifiuto o revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico”.

Eccessivi entusiasmi – Ma la sinfonia di dichiarazioni soddisfatte sarà ingiustificata. Il problema infatti è che il testo dovrà passare al Senato. E c’è il rischio che venga attuata un’eutanasia politica, con l’affossamento. La questione non è nemmeno numerica, visto che il Movimento 5 Stelle è favorevole. Ma nella maggioranza c’è l’ala centista che preferirebbe impantanare il provvedimento. E ha anche uno strumento a portata di mano: introdurre qualche modifica per fare in modo che sia necessario un’ulteriore discussione a Montecitorio. Ma, a questo punto, i giochi sarebbero fatti: con la legislatura che volge al termine, i tempi per un via libera definitivo sarebbero strettissimi. Del resto il Governo ha scelto una linea precisa: quella della neutralità, ossia di lasciare la decisione al Parlamento, “rimettendosi all’Aula”.

Rivendicazione – Già alla Camera c’è la tentazione di piazzare delle bandierine sul provvedimento, a dimostrazione che nessuno vuole cedere terreno alle altre forze politiche. “Di fronte alle richieste di un paziente di sospendergli ogni tipo di cure, in modo più brutale si direbbe di ‘staccargli la spina’, il medico non ha obblighi professionali”, ha dichiarato il capogruppo alla Camera di Alternativa popolare, Maurizio Lupi. L’ex ministro, dopo la rivendicazione del risultato ottenuto, ha preso le distanze dalla norma: “È un correttivo importante, anche se non ancora sufficiente per votare la legge nel suo complesso, ma almeno salva la dignità del mestiere del medico, ciòper cui ha studiato, ciò per cui ha giurato iniziando la sua professione”.  E la deputata dell’Udc, Paola Binetti,  ha ribadito la personale contrarietà al testamento biologico così come è stato proposto: “Troppe contraddizioni e troppe ambiguità. L’impianto resta quello della centralità del paziente e del suo diritto a chiedere e pretendere tutto quel che vuole”. Anche nel Pd è stata rivolta grande attenzione al ruolo del personale sanitario: “Non si vuole imporre al medico comportamenti contrari alla sua competenza professionale o alla deontologia. Mi auguro che questo tranquillizzi chi temeva una riduzione del proprio ruolo a quello di mero esecutore”, ha dichiarato Donata Lenzi, capogruppo dem in commissione Affari sociali.