In manette due turchi a Viterbo. Salvini e mezzo governo urlano al terrorismo, ma per gli inquirenti si tratta “semplici” di trafficanti d’armi

Dopo il fermo di due cittadini turchi, Matteo Salvini ha lanciato l'allarme terrorismo e di un possibile attentato. Ma è stato smentito dalla Digos poche ore dopo

In manette due turchi a Viterbo. Salvini e mezzo governo urlano al terrorismo, ma per gli inquirenti si tratta “semplici” di trafficanti d’armi

“Attentato sventato. Non c’è posto per il terrorismo” (Matteo Salvini). “Un monito contro quei cattivi maestri che aizzano orchestrando delle campagne d’odio con un linguaggio violento” (Antonio Tajani). “Congratulazioni alle forze dell’ordine e al ministro dell’Interno Piantedosi per il pronto intervento che ha portato all’arresto di due cittadini turchi armati a Viterbo, poche ore prima della festa della Macchina di Santa Rosa. Un’operazione decisiva che ha permesso di celebrare in sicurezza un evento unico al mondo, che e’ stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità” (Giorgia Meloni).

Non si è certo risparmiato ieri mezzo governo nel commentare l’arresto di due cittadini turchi armati, avvenuto mercoledì, a Viterbo, poche ore prima della festa della patrona. Anzi. Nelle dichiarazioni e nei post lanciati sui social a caldo, mezzo esecutivo dava la cattura dei due, come l’eliminazione di una pericolosa cellula terroristica pronta a colpire indiscriminatamente.

Niente terrorismo, solo traffico di armi

Ma poi, col passare delle ore, la pista del terrorismo turco è via via evaporata. Secondo gli inquirenti, infatti, i due potrebbero essere trafficanti di armi legati alla mafia turca, attivissima sul territorio viterbese. Gli investigatori non escludono poi rapporti con il superboss curdo Baris Boyun, arrestato nel maggio 2024 a Bagnaia, a pochi chilometri dalla città e ora in carcere. Secondo fonti investigative, infatti, “non è emerso allo stato alcun legame tra i due e ambienti del terrorismo internazionale”.

I due, in possesso di armi e munizioni – una pistola semiautomatica e una mitraglietta d’assalto fabbricata nell’est Europa, entrambe calibro 9, ma niente esplosivi -, sono stati fermati, in un B&B nel centro del capoluogo laziale, proprio lungo il percorso della processione, a cui aveva partecipato anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani.

Al momento dell’irruzione degli agenti le armi erano appoggiate in bella vista su uno dei mobili della camera. Questo, e la presenza di una finestra aperta, avrebbe portato la polizia a pensare che i due si stessero preparando a sparare sulla folla assiepata per la festa. Un po’ pochino per gridare all’assalto terrorista.

Il post di Salvini

Ma non per Salvini, che si è scatenato subito su X: “Poteva essere una strage, ma l’intervento decisivo delle Forze dell’Ordine ha sventato l’attentato. Un plauso e un enorme GRAZIE alle donne e agli uomini in divisa. In Italia non c’è spazio per il terrorismo”. Buon senso vorrebbe che allarmi del genere possano essere lanciati da un vicepremier solo dopo accurate indagini e con prove inoppugnabili. Altrimenti si fa solo del terrorismo (vero, questa volta).