In Piemonte è il solito film. Al Museo del Cinema di Torino riciccia Ghigo. La giunta di Cirio indica il “vecchio” che avanza. Così il governatore di Forza Italia sceglie l’ex governatore di Forza Italia

Che abbia una vasta conoscenza del territorio e dell’amministrazione locale, è fuori di dubbio. Che abbia dimestichezza con cinema, film e cineprese è poco noto. L’unica certezza è che da pochi giorni il nuovo presidente del Cinema di Torino è Enzo Ghigo (nella foto). A sceglierlo è stata come prassi la giunta regionale guidata da Alberto Cirio, dopo le dimissioni di Sergio Toffetti per la querelle sulla scelta del direttore Domenico De Gaetano. Ed è qui che sorge la prima curiosità. Cirio è uomo di Forza Italia. Esattamente come Ghigo che è stato predecessore dello stesso Cirio. Un cortocircuito interessante e che, al di là della mera coincidenza, merita di essere approfondito.

CORSI E RICORSI. Il curriculum vitae di Ghigo, d’altronde, parla chiaro: sessantasei anni, uomo di Forza Italia e, verrebbe da dire, di Silvio Berlusconi. Prima ancora che politico, infatti, Ghigo è stato dirigente del gruppo Publitalia-Fininvest, il cui proprietario era proprio il Cavaliere. È il dicembre del 1993 quando Ghigo entra in politica facendosi promotore del movimento Forza Italia in Piemonte. Eletto deputato tra le file degli azzurri nel 1994, un anno dopo diventa consigliere regionale e presidente della regione Piemonte ponendosi a capo di una coalizione di centrodestra. Esattamente come capitato pochi mesi fa a Cirio.

Ma andiamo avanti. È il 2000 quando Ghigo riesce a farsi confermare governatore, sconfiggendo la candidata del centrosinistra Livia Turco con il 51,7% dei voti. Nel 2005, però, a vincere è la diessina Mercedes Bresso. È a questo punto che Ghigo decide di cambiare aria: nel 2006 si candida e viene invece eletto senatore per Forza Italia in Piemonte, incarico che mantiene (dopo la vittoria anche alle elezioni del 2008) per due legislature, fino al 2013.

PEDALARE. Basta questa importante carriera politica per giustificare la nomina? Difficile dirlo. A quanto si sa, però, la giunta non avrebbe eccessive difficoltà a scegliere dato che il nome di Ghigo già era dato per certo giorni prima dell’ufficialità. L’unica certezza è che l’ex governatore affianca alla passione per la politica quella per il ciclismo, tanto che nell’aprile 2015 è stato eletto presidente della Lega del Ciclismo Professionistico, organismo dipendente dalla Federazione Ciclistica Italiana, succedendo nell’incarico a un altro ex politico di lungo corso, l’ex ministro dell’Interno democristiano Vincenzo Scotti.

QUESTIONE DI METODO. E il cinema? Quali sono e saranno le competenze di Ghigo lo dirà solo il tempo. Per ora l’unica certezza è che tanti giovani studiosi e lavoratori nell’ambito della cultura hanno storto il muso viste tutte queste coincidenze “politiche”. Ma c’è di più. A criticare la nomina nei giorni scorsi, per una questione non di merito ma di metodo, è stato anche il Movimento cinque stelle regionale. Secondo Francesca Frediani, capogruppo M5S in Piemonte, infatti, la nomina di Ghigo sarebbe stata annunciata “al termine della seduta della giunta regionale” del 14 novembre e “data direttamente in pasto alla stampa scavalcando a piè pari lo statuto del Museo, che prevede che siano i soci a nominare il presidente”. Formalmente, infatti, la nomina spetta al collegio dei fondatori (che pure poi si sono pronunciati confermando l’indicazione della giunta). Insomma, non si parte nel migliore dei modi. Ma Ghigo avrà tempo per dimostrare se in Piemonte sta andando in onda il solito film, o qualcosa sta cambiando.