Sette tra Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. E’ quanto evidenzia il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e ministero della Salute.
Una Regione (Umbria) e una provincia autonoma (Bolzano) hanno un livello di rischio alto. Sono dieci (contro 11 la settimana precedente) le Regioni e province autonome con una classificazione di rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nove con rischio basso. L’indice Rt nazionale sale a 0,95 dallo 0,84 della scorsa settimana.
Dal monitoraggio dell’Iss, basato sui risultati dei test condotti tra il 3 e il 4 febbraio, emerge, inoltre, che circa un positivo su cinque risulta contagiato dalla variante inglese. Il report conferma che in Italia c’è una “circolazione diffusa di varianti virali a più elevata trasmissibilità”.
Dal fronte ospedaliero, aumenta il numero di Regioni e province autonome dove sono state riportate allerte di resilienza (11 contro 5 la settimana precedente). Diminuisce da 7 a 5, il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti sopra la soglia critica. Nelle terapie intensiva il valore nazionale è sotto la soglia critica del 30%, a quota 24%. Il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive scende da da 2.214 (02/02/2021) a 2.143 (09/02/2021). Anche nelle aree mediche è in diminuzione, passando da 20.317 (02/02/20201) a 19.512 (09/02/2021).
“Si confermano per la seconda settimana – si legge nel report dell’Iss – segnali di contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica, con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.
L’attuale quadro a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, riferisce ancora il report dell’Iss, “un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid-19 in area critica”.
“Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale – scrivono ancora gli esperti dell’Iss – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi. Si invitano le Regioni/PPAA a realizzare una continua analisi del rischio a livello sub-regionale”.