In Sicilia centrodestra (ri)unito. Da Micciché a Romano passando per La Russa & Co. Dopo i litigi dei giorni scorsi tutti compatti su Musumeci

Dopo mesi di polemiche e difficili tessiture, ieri in Sicilia è stata ufficializzata la candidatura alla presidenza della Regione di Nello Musumeci

La foto di ieri mattina faceva un po’ effetto. Perché sembrava una foto scattata nel 2001 o nel 2006, ovvero negli anni ruggenti del centrodestra unito che in Sicilia spopolava. Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Sta di fatto che, dopo mesi di polemiche e difficili tessiture, ieri a Palermo è stata ufficializzata la candidatura alla presidenza della Regione di Nello Musumeci, con tutto il centrodestra unito nel sostenerlo. Nella foto con cui è stata celebrata la candidatura, per dire, compaiono il centrista Saverio Romano, il fratello d’Italia Ignazio La Russa e il forzista Gianfranco Micciché. Tutti coinvolti, all’epoca, nei governi guidati da Silvio Berlusconi, con tanto di scranni ministeriali. Insomma, in Sicilia il Centrodestra ha trovato la quadra sul nome di Musumeci. Agli amici di un tempo manca solo Angelino Alfano, che dopo la crisi della ex coalizione è andato a cercare il suo “quid” dalle parti del Pd.

Manovre – E infatti il titolare della Farnesina, nell’isola, si è alleato proprio con i Democratici, “rinverdendo” i fasti dell’alleanza che ha sostenuto il Governo di Matteo Renzi e ora sostiene quello di Paolo Gentiloni. Di sicuro ieri a Palermo si è provato a respirare aria di festa. “Il centrodestra siciliano offre ai siciliani un’àncora di speranza con una coalizione unita, compatta, responsabile e motivata”, ha premesso Musumeci, secondo il quale “è epilogo di un percorso lungo e faticoso, ma alla fine le scelte sono state meditate e condivise. Il senso di responsabilità di ciascuno di noi è servito ed è stato essenziale. Voglio ringraziare i leader di queste forze politiche a cominciare da Gianfranco Micciché, con il quale ho un rapporto più dolce che amaro. Abbiamo saputo trovare le ragioni che uniscono”. La coalizione di centrodestra è così composta da Forza Italia, Udc, Autonomisti, Cantiere Popolare, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Cdu, Movimento civico Idea Sicilia. Raggiante pure Micciché: “Questo è un risultato importantissimo”, ha detto l’ex viceministro dell’economia, perché “riunire il centrodestra è un risultato eccezionale: tutti hanno capito che in ballo c’era il bene della Sicilia . C’è grande entusiasmo, abbiamo fatto pace e siamo uniti”. E ancora: “Ho chiesto io stesso a Berlusconi di non fare lui il comunicato ma che fossimo noi ad annunciare questa grande avventura. Nello, portaci alla vittoria”. Alla fine della fiera la speranza è quella di una riconquista del palazzo da parte di un centrodestra che per anni ha governato, in particolare ai tempi d’oro dei governi di Totò Cuffaro e in parte di Raffaele Lombardo.

Incognite – Situazione complicata, invece, per l’amico di un tempo, ossia quell’Alfano che adesso è tutto impegnato a far digerire ai suoi, soprattutto in loco, l’alleanza con Renzi. In effetti l’altro ieri quelli di Alternativa popolare sono rimasti chiusi sei ore a discutere in una stanza dell’hotel Wagner a Palermo. Lasso di tempo nel quale è andato in scena un confronto molto duro tra i deputati regionali e nazionali di Ap. Il ministro degli esteri sta faticando molto per evitare strappi immediati. L’accordo con Renzi c’è già, ma adesso rischia di perdere pezzi. Al vertice, per dire, era assente il senatore Bruno Mancuso, che già sta guardando a destra. Mentre diversi deputati regionali considerano debole la candidatura a governatore del rettore Fabrizio Micari. Prima dell’incontro il deputato Vincenzo Vinciullo ha addirittura chiesto le primarie, concetto ribadito dall’eurodeputato Giovanni La Via, secondo il quale la “candidatura Micari è troppo debole”. Insomma, quello che è accaduto due giorni fa all’hotel Wagner fa capire che per Alfano & Co. nel weekend si prospetta un lavoro di tessitura non facile.