Il contributo da parte di banche e assicurazioni è stato quantificato nel Documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles. Ammonta a circa 4,4 miliardi la copertura della Manovra che deriverà nel 2026 da “misure a carico del settore finanziario e assicurativo”. In tutto, nei tre anni di programmazione, la cifra complessiva arriva a superare gli 11 miliardi di euro. E non è finita. Il contributo da banche e assicurazioni non sarà una tantum ma strutturale. È quanto indicato espressamente dal Dpb.
Prima la rissa tra Lega e FI sulla tassa alle banche, poi l’intesa
Esulta la Lega, s’indigna Forza Italia. E così alla maggioranza serve un nuovo vertice (il terzo) a palazzo Chigi con la premier, i leader e il ministro Giancarlo Giorgetti per trovare la via per chiudere la Manovra entro il Consiglio dei ministri convocato per questa mattina. Il titolare del Tesoro è presente in videocollegamento da Washington.
E alla fine spunta l’intesa che verrà illustrata oggi dopo il Cdm. Ci sarebbe, tra diversi voci per raggiungere quota 4,4 miliardi, anche la tassa del 27,5% sulle banche e le assicurazioni che dovranno liberare i depositi vincolati in base alla norma del 2023 che tassava, in alternativa, gli extraprofitti al 40%. La questione ha procurato fibrillazioni per tutta la giornata.
Salvini per tassare gli extrapofitti, Tajani contro prelievi forzosi
“Ci sono questi doverosi 5 miliardi che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà. Non è punitivo, leggevo oggi che qualcuno parla di Salvini che ce l’ha con le banche, non è vero. Molto banalmente le banche stanno guadagnando decine di miliardi di euro, chiuderanno il 2025 con almeno 50 miliardi di euro di utile e una parte di questi utili sono dovuti anche all’azione del Governo, alla stabilità, alla serietà”, ha dichiarato il vicepremier leghista Matteo Salvini.
“Quindi – ha proseguito Salvini -, che almeno una piccola parte di questi utili da decine di miliardi vengano restituiti ad esempio per la sanità, per assumere medici e infermieri, e per cancellare le cartelle dell’Agenzia delle Entrate che stanno rovinando la vita a milioni di italiani. Io sono convinto che i banchieri saranno felici di dare questo contributo”.
Si attende la risposta dell’Abi
Ma tutta questa gioia non c’era affatto. La posizione ufficiale dell’Abi al momento resta quella espressa dal comunicato pubblicato qualche giorno fa dove l’associazione si diceva disposta a proseguire nei contributi in più anni al bilancio statale “nella stessa logica concordata lo scorso anno” che ha visto l’intesa sul rinvio delle Dta, escludendo così tassazioni straordinarie. E dunque le banche sarebbero disposte a sborsare la metà della cifra richiesta dal governo. E non si escludono ricorsi se la tassa secondo loro dovesse risultare punitiva.
Forza Italia sulla questione ha continuato a tenere il punto e ha confermato un suo no se si fosse trattato di una tassa sugli extraprofitti. “Forza Italia non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti. Giusto prevedere un accordo fra il governo e le banche per contribuire a finanziare il sistema sanitario, le imprese, gli aumenti dei salari e il taglio dell’Irpef. Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri creando un grave danno economico all’Italia”, hanno detto gli azzurri.
Rottamazione: ci sarebbe un accordo di massima
Altro capitolo travagliato è stato quello della rottamazione quinquies. Fonti di maggioranza spiegano che un’intesa di massima ci sarebbe. La pace fiscale in primis non riguarderebbe le omesse dichiarazioni dei redditi e non avrebbe una prima rata più pesante; sarebbe, inoltre, confermata la scansione in 56 rate bimestrali di 9 anni.
Per il M5S la Manovra è un “piattino di lenticchie” a ceto medio e imprese. Mentre Avs calcola che il vantaggio per i redditi bassi del nuovo taglio dell’Irpef sarà di appena 2 euro al mese.