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Kay is in the Air. Musica e Ambiente su RMC

Kay Rush ha fatto la storia della radiofonia in Italia. Ma con lei ci si proietta nel futuro.

Pubblicato il 19 Ottobre 202319 Ottobre 2023 - Aggiornato il 19 Ottobre 2023 alle 15:10 di Ubaldo Ferrini
Kay is in the Air. Musica e Ambiente su RMC

Da quarant’anni in radio, conduttrice tv, DJ, scrittrice, Kay Rush è cittadina del mondo, sempre attenta ai temi dei diritti umani, dell’ecologia e della salvaguardia del pianeta.

Come ricordi la tua esperienza a Radio Deejay?
“Stiamo parlando di 40 anni fa. Iniziai nel 1982, il primo febbraio, quando nacque Radio Deejay, proprio agli esordi, grazie a Claudio Cecchetto. Esperienza incredibile, eravamo tutti giovani, con grande entusiasmo, tutti DJ, con una libertà creativa incredibile. Ho avuto fortuna a iniziare così, avevamo tanta voglia di fare e poi lavorare con Cecchetto è stato un grande onore. All’inizio non lo avevo compreso perché ero appena arrivata in Italia ma successivamente, ho scoperto la sua genialità. Chi non vorrebbe fare un’esperienza così?”

In quel periodo non avevate tanti vincoli a livello di conduzione…
“Io facevo il tecnico del suono, non andavo in onda, non volevo andare in onda come speaker, facevo i nastri della notte, mi occupavo della parte tecnica. La prima voce su Radio Deejay fu il “Disco – ‘o – clock” ed è mia. Solo successivamente, con “Deejay Television”, ho cominciato a mettermi davanti alle telecamere. Eravamo Claudio Cecchetto, Sandy Marton, Gerry Scotti e io. Presentavo e facevo le interviste, è stata un’esperienza nuova per l’Italia: il primo programma di video musicali”.

In tv hai fatto esperienze anche molto diverse: dallo sport con Vianello ad altre trasmissioni musicali.
“Dopo “DeeJay Television” sono passata al calcio, la domenica sera su Italia 1 con il grande Raimondo Vianello: anche quella un’esperienza incredibile. Dopodiché mi sono un po’ stufata della tv e mi trasferii a Madonna di Campiglio per vivere una vita più tranquilla in montagna. Poi ho fatto teatro e sono andata a studiare negli Stati Uniti. Solo dopo sono rientrata in radio per fare la speaker vera, grazie ad Alberto Hazan che era il proprietario di 105, Radio Monte Carlo e Virgin Radio. È stato lui a convincermi a fare la speaker su RMC con “Montecarlo Nights”, 25 anni fa, e nello stesso tempo iniziai a fare televisione in Spagna per 4 anni per Telecinco. Il programma, secondo me il più bello della mia carriera, si chiamava “Nosolomusica”, molto d’avanguardia, bellissimo”.

Che differenze hai notato tra la tv italiana e quella spagnola?
“Ho sempre avuto buone esperienze. In Italia, lavorando in un ambiente sempre giovanile, cominciando con gente che era più o meno della mia stessa età, parlo di Radio Deeay, poi con Vianello, sono sempre stata trattata molto bene. In Spagna forse da un certo punto di vista erano un pochino più “organizzati”. Lavorare in Italia è una buona scuola, devi imparare a fare un po’ di tutto, davanti e dietro la telecamera. In Spagna hanno persone specifiche addette ai singoli ruoli e tu puoi concentrarti sul tuo”.

Da tanti anni sei a RMC
“Sono quasi 25, prima con “Montecarlo Nights”, poi con il programma di musica soulful house, “Kay Rush presents Unlimited”. Sono stata la prima a mettere la musica soulful house in Italia e a fare tante serate portando questa musica in giro per il Paese. Successivamente ho fatto un programma molto carino, “Rush Hour”. Adesso sono più di dieci anni che faccio “Kay is in the Air”, dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 18, un programma di attualità internazionale che mi piace molto. Dimenticavo che, fino a quattro o cinque anni fa, per 7 anni, sono andata a vivere anche in India, da dove facevo “Kay is in the Air”. Ho frequentato corsi di yoga e imparato l’hindi. E avevo aperto anche una onlus per aiutare le donne e i bambini indiani. Facevo 6 mesi in India e 6 mesi a Chamonix”.

Come vedi il futuro della radio, incide ancora tanto a livello musicale? Secondo te continuerà a essere un punto di riferimento?
“Niente rimane per sempre, tutto è in evoluzione, e quindi non so nel futuro che sarà. Ferma restando l’importanza della musica, la radio vince se intrattiene la gente. Perciò gli speaker diventeranno più rilevanti: chi va in onda deve dire qualcosa, altrimenti la gente – se deve ascoltare solo la musica – se ne va su altri siti, e da Apple Music a Spotify c’è molta scelta”.

Tra le varie forme di arte che hai esercitato quale ti ha insegnato di più?
“Alla fine tutte, ma quella che preferisco è la radio. Mi piace lavorare con la mia voce, avere la libertà di dire quello che voglio nel mio programma in cui parlo di argomenti che vanno dalla tecnologia alla scienza, all’ecologia. Pratico meditazione e sono buddhista e vegana, e ogni tanto butto dentro qualcosa su questi argomenti. Credo che oggigiorno tutti dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo, dobbiamo essere consapevoli che ogni cosa che mangiamo, ogni cosa che ci mettiamo addosso, come ci spostiamo (macchine, aerei, etc.) ha un’influenza sulle vite nostre e degli altri. Dobbiamo essere molto più consapevoli, non possiamo continuare a mangiare gli animali, dobbiamo fare attenzione se vogliamo bene al mondo. Lo vediamo anche con la crisi climatica: ognuno di noi ha una responsabilità e deve fare la propria parte”.

di Ubaldo Ferrini

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