Di provocazione in provocazione, il rischio di una guerra atomica è dietro l’angolo. “È una situazione indubbiamente grave, uno scenario al quale non si assisteva dal dopoguerra”, dice senza mezzi termini Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ambasciatore ed ex ministro degli Esteri del Governo di Mario Monti, commentando con La Notizia quanto sta accadendo tra Corea del Nord, Stati Uniti e Giappone. Kim Jong-un non sembra infatti disposto a retrocedere di un millimetro e anzi, complici le sanzioni che gli vengono comminate un giorno sì e l’altro pure, alza l’asticella col serio rischio di portare la situazione al punto di rottura.
Dopo aver minacciato Usa e Giappone 48 ore fa – “vi ridurremo in cenere col nucleare”, le parole del dittatore nordcoreano – ieri Pyongyang ha lanciato un missile che ha sorvolato l’isola di Hokkaido, com’era peraltro già avvenuto il 29 agosto scorso. L’ordigno ha raggiunto un’altitudine di 770 chilometri percorrendo una traiettoria di circa 3.700 chilometri prima di cadere nel Pacifico settentrionale circa 2.000 chilometri a est di Erimo (Giappone). Cosa significa tutto questo? Che anche la base americana di Guam, già oggetto di altre minacce da parte di Kim, è nel raggio d’azione del missile. “Il vero problema – dice ancora Terzi – è che ormai Kim Jong-un è diventato incontrollabile. Servirebbe uno sforzo congiunto da parte della comunità internazionale, comprese Cina e Russia, alle quali ieri non a caso si è rivolto anche il segretario di Stato americano Rex Tillerson, affinché si vada verso una fase di distensione. Altrimenti le cose si metteranno veramente male”. Non solo. L’ex ministro degli Esteri ci tiene infatti a ricordare un altro particolare che, spiega, è di “fondamentale importanza”.
Ovverosia: “Il programma missilistico della Nord Corea – ricorda – è cresciuto di pari passo con quello dell’Iran”. Dal 1997 infatti Teheran e Pyongyang hanno stipulato un patto di scambio e sviluppo della tecnologia avanzata in campo missilistico. Sempre ieri, il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha dichiarato che Seul possiede una capacità di fuoco in grado di distruggere la Corea del Nord “in modo irrecuperabile”. Tanto per aggiungere altra benzina sul fuoco.
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