“La colpa è di Netanyahu, Israele ha permesso ad Hamas di armarsi”: l’attacco dell’ex capo dei servizi segreti

Per Ami Ayalon, ex capo dei servizi segreti israeliani, la colpa di quanto successo è del governo guidato da Benjamin Netanyahu.

“La colpa è di Netanyahu, Israele ha permesso ad Hamas di armarsi”: l’attacco dell’ex capo dei servizi segreti

Ami Ayalon, ex capo dello Shin Bet, i servizi segreti interni israeliani, punta il dito contro il premier Benjamin Netanyahu, parlando anche di “un enorme fallimento delle agenzie di intelligence”. 

Ayalon è stato a capo dei servizi segreti dal 1995 al 2000 e dal 2006 al 2009 è stato alla Knesset con il Partito laburista. Ora dice, in un’intervista a Le Figaro, ripresa dal Fatto Quotidiano, che questo attacco “è destinato a cambiare il volto di Israele”.

Gli errori dell’intelligence israeliana

Per Ayalon è “la prima volta dalla creazione dello Stato ebraico che centinaia di civili vengono massacrati, assassinati nelle loro case, sul nostro territorio. Ci vorranno degli anni per comprendere l’impatto a lungo termine causato dall’orrore e dalla paura generati da questi eventi”.

A suo giudizio si è “creato uno Stato per difenderci. Abbiamo investito un’enorme quantità di denaro per assicurarci che il nostro esercito fosse il più forte ed efficace. Questa sicurezza è crollata il 7 ottobre 2023”. Anche a causa dell’intelligence, che a Gaza era basata solamente sulla sorveglianza elettronica, mentre i leader di Hamas “sanno come comunicare senza telefono e Internet”.

L’attacco al governo di Netanyahu

Secondo Ayalon gran parte della responsabilità “ricade ovviamente sul governo. I comandanti di tutte le agenzie di sicurezza avevano avvisato il governo che la politica che stava portando avanti era sbagliata e che sarebbe stata usata dai nostri nemici contro di noi”.

In particolare, il governo israeliano guidato da Netanyahu “ha fatto di tutto perché Fatah e l’Autorità palestinese non fossero più dei partner, ha dato il potere ad Hamas, tollerando l’intollerabile e lasciando che Hamas si armasse alle nostre porte dal 2006”.

Ora per l’ex capo dei servizi segreti ritiene che un’operazione via terra è inevitabile a Gaza, ma prima “di attaccare, dovremmo dire che vogliamo costituire una realtà in dialogo con i palestinesi, che accettino le iniziative di pace e che vogliano discutere con noi dei due Stati. Penso, però che nessun governo israeliano accetterà mai di farlo in questo momento”.