La Columbia University si arrende: pagherà 200 milioni di dollari per chiudere lo scontro con Trump e riottenere i fondi federali

La Columbia University si arrende: pagherà 200 milioni di dollari per chiudere lo scontro con Trump e riottenere i fondi federali

La Columbia University si arrende: pagherà 200 milioni di dollari per chiudere lo scontro con Trump e riottenere i fondi federali

La Columbia University ha raggiunto un accordo da 200 milioni di dollari con il governo federale per chiudere il contenzioso aperto dall’amministrazione Trump e ottenere il ripristino della maggior parte dei fondi statali bloccati negli scorsi mesi. L’intesa segna una svolta cruciale in una vicenda che ha alimentato polemiche e acceso il dibattito nazionale sul ruolo delle università nella gestione delle proteste studentesche, in particolare quelle legate al conflitto a Gaza.

A renderlo noto è stata la presidente ad interim dell’ateneo, Claire Shipman, che ha definito l’accordo “un importante passo avanti dopo un periodo di continuo controllo federale e incertezza istituzionale”. Il pagamento, formalmente una sanzione per presunte violazioni delle leggi antidiscriminazione, permetterà alla Columbia di riottenere l’accesso a miliardi di dollari in sovvenzioni pubbliche, attuali e future.

Lo scorso marzo, l’amministrazione Trump aveva annunciato il congelamento di 400 milioni di dollari in fondi destinati all’ateneo, accusando la Columbia di “inerzia di fronte ai persistenti attacchi verso gli studenti ebrei” durante le manifestazioni legate al conflitto israelo-palestinese. Il caso aveva suscitato forte attenzione politica, soprattutto da parte di esponenti repubblicani, che avevano definito antisemite alcune delle proteste nei campus.

La Columbia University si arrende: pagherà 200 milioni di dollari per chiudere lo scontro con Trump e riottenere i fondi federali

L’accordo è stato confermato anche dal presidente Donald Trump con un post su Truth Social: “La Columbia ha accettato di pagare 200 milioni di dollari al governo degli Stati Uniti per aver violato la legge federale, oltre a più di 20 milioni di dollari ai propri dipendenti ebrei che sono stati illecitamente presi di mira e attaccati”. Trump ha inoltre sottolineato che l’università si è impegnata a mettere fine alle sue politiche di Diversity, Equity and Inclusion (DEI), stabilendo che l’ammissione degli studenti avverrà d’ora in poi “esclusivamente in base al merito” e garantendo la tutela delle libertà civili nel campus.

La Columbia, pur non ammettendo esplicitamente responsabilità legali, ha riconosciuto che “studenti e docenti ebrei hanno vissuto episodi dolorosi e inaccettabili”, ribadendo la necessità di una riforma interna. Nell’ambito dell’accordo, l’università si è impegnata a nominare — insieme al governo — un supervisore indipendente incaricato di monitorare il rispetto delle normative federali in materia di ammissioni, assunzioni e gestione degli studenti internazionali.