La Leopolda non tira più ma la fila degli sponsor c’è ancora. Costruttori ed enti: finanziare Renzi resta di moda

I soldi alla Fondazione Open, che cura la kermesse, almeno fino al 30 giugno non hanno mai smesso di girare. Tra i finanziatori pure i costruttori Navarra

di Stefano Sansonetti

Sarà pure una Leopolda senza Vip, come qualche osservatore sta facendo maliziosamente notare. Ma i soldi intorno alla Fondazione Open, che organizza la kermesse renziana, almeno fino al 30 giugno scorso non hanno mai smesso di girare. Tra i finanziatori sfuggiti ai radar, per esempio, è spuntato fuori il gruppo dei costruttori Navarra, molti attivi nelle commesse con la pubblica amministrazione, che attraverso la controllata Nacost ha sganciato alla Fondazione 30 mila euro. Del tutto trascurato, almeno finora, è anche l’assegno da 30 mila euro staccato dalla Irbm Science Park, società che si occupa di biotecnologia molecolare e che un tempo rappresentava lo spin off italiano del colosso farmaceutico Merck. Irbm, ubicata a Pomezia (vicino Roma) e guidata dall’imprenditore Piero Di Lorenzo, in un certo senso è una vecchia conoscenza di Matteo Renzi, che ne visitò la sede quando era ancora premier. Ma emergono anche altri protagonisti finora passati un bel po’ sottotraccia.

Curiosità – Nel tentativo di metterli a fuoco può essere utile partire da una domanda: che ci stanno a fare due associazioni culturali tra i sostenitori della Fondazione che organizza la Leopolda? Si dà infatti il caso che nella parte più recente dell’elenco dei finanziatori compaiano pure l’Associazione culturale “Il mercante dei sogni” e l’Associazione culturale “Azimut”, che hanno erogato rispettivamente 35 e 75 mila euro. La prima lavora soprattutto a Roma, portando avanti progetti di volta in volta finanziati dal Comune, dalla partecipata Zetema e dalla Regione Lazio.

Poca chiarezza – La seconda, invece, al momento presenta un inquadramento misterioso. Su internet, infatti, il nome Azimut riporta a un’associazione culturale di Torino, che promuove eventi artistici con l’aiuto della Fondazione bancaria Crt (azionista di Unicredit) e della Regione Piemonte. Contattata telefonicamente, però, l’associazione torinese smentisce seccamente di essere l’ente che compare nell’elenco (“non abbiamo mai avuto 75mila euro sul conto corrente”, hanno spiegato). A Roma esiste una Azimut che però, più che definirsi “associazione culturale”, come riporta l’elenco, si qualifica come onlus.

Il nodo – Qualunque sia l’identificazione corretta, non c’è dubbio che qualche riflessione possa essere indotta dalla presenza di due associazioni non profit tra i sostenitori della Fondazione Open. Accanto a queste novità, poi, ci sono altri grandi finanziatori che in un modo o nell’altro erano già assurti agli onori della cronaca. L’armatore Vincenzo Onorato, per dire, ha versato 50 mila euro in proprio e 100 mila euro attraverso la sua Moby. L’azionista di maggioranza di Toscana Aeroporti, il magnate argentino Eduardo Eurnekian, con la sua Corporacion America ha staccato un assegno da 50 mila euro. Dalla Fingen, società della famiglia Fratini, attiva nella moda e nel real estate, sono arrivati 100 mila euro. Il 2 novembre del 2016, poi, La Notizia aveva rivelato come tra i sostenitori ci fosse anche Alicros (30 mila euro), che altro non è che la holding di controllo del gruppo Campari.

Gli sviluppi – Insomma, quella che sta per andare in scena, dal 24 al 26 novembre prossimi, è l’ottava edizione di una Leopolda che vedrà un Renzi meno forte delle altre volte, in primis perché non più presidente del consiglio, ma a quanto pare ancora in grado di attirare finanziamenti. Chissà, magari il merito è anche di Alberto Bianchi, avvocato, presidente del Consiglio direttivo della stessa Open. Si tratta di uno dei pesi massimi della macchina organizzativa del renzismo di questi anni, al punto da essere stato collocato nel consiglio di amministrazione dell’Enel. Con lui, nel Consiglio direttivo della Fondazione che organizza la Leopolda, ci sono tutti gli altri esponenti di spicco del Giglio magico: da Maria Elena Boschi, nella veste di segretaria, a Marco Carrai e Luca Lotti, come componenti del medesimo organo direttivo. Loro, anche se alcuni rapporti in questi anni si sono un po’ logorati, alla Leopolda interverranno senz’altro. Del resto alle porte ci sono elezioni politiche a cui tutti guardano con grandi speranze ma anche con tanta apprensione.

Twitter: @SSansonetti