La Libia torna a rafforzare la propria presenza militare nel sud-ovest del Paese. Il tenente generale Osama al Juwaili, comandante della regione militare del Jabal al Gharbi, ha annunciato il dispiegamento di forze armate nell’area strategica di Ghadames, città-oasi al confine con Algeria e Tunisia, considerata da anni un punto nevralgico per traffici illeciti e instabilità regionale.
L’operazione, confermata in un comunicato ufficiale, punta a “ripristinare l’autorità dello Stato sui confini e sulle risorse vitali”, fronteggiando le crescenti minacce legate a contrabbando, traffico di esseri umani, sabotaggi e criminalità organizzata.
“Le nostre unità sono state schierate con professionalità e determinazione per svolgere i compiti assegnati, in linea con il piano di rafforzamento della sicurezza nell’area”, ha dichiarato Juwaili. Il dispiegamento segue numerose segnalazioni di instabilità e attività illecite lungo il confine sud-occidentale, in una zona spesso fuori dal controllo effettivo delle autorità centrali.
La Libia dispiega le truppe ai confini con Algeria e Tunisia, sale la tensione nel nord Africa
L’iniziativa arriva in un momento di rimescolamento degli equilibri militari in Libia. Lo stesso Juwaili – figura di spicco nella galassia armata post-Gheddafi – è stato recentemente promosso tenente generale (fariq) dal Consiglio presidenziale libico, organo che esercita il comando supremo delle forze armate. La promozione, retroattiva a novembre 2023, ha premiato anche altri ufficiali legati alla commissione militare congiunta “5+5”, segnale di un tentativo di riequilibrio tra le varie fazioni armate del Paese.
Secondo Jalel Harchaoui, analista esperto di Libia e sicurezza nel Nord Africa, “Juwaili stava meditando questo intervento da oltre un anno”, a conferma della portata strategica dell’operazione.
Originario di Zintan, città che ha giocato un ruolo chiave nella caduta del regime nel 2011, Juwaili ha ricoperto in passato l’incarico di ministro della Difesa e comandante della regione occidentale. Fu rimosso nel maggio 2022 dal Governo di Unità Nazionale (GUN), dopo essere stato accusato di aver favorito l’ingresso a Tripoli di milizie fedeli al premier rivale Fathi Bashagha.