La Lombardia ha ancora il maggior numero di positivi ma vorrebbe riaprire ristoranti, cinema e teatri. Ma dal Cts arriva un No: “A rischio l’efficacia delle misure”

La Lombardia ha ancora il maggior numero di positivi ma vorrebbe riaprire ristoranti, cinema e teatri. Ma dal Cts arriva un No: “A rischio l’efficacia delle misure”

La Lombardia, nonostante sia ancora la regione con il maggior numero di positivi, invoca la riapertura dei ristoranti, fino alle 22, ma anche di cinema e teatri. La richiesta è contenuto in una lettera al Governo a firma del presidente Attilio Fontana e dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi. Per i vertici della Regione è “importante che tale decisione venga presa al di là della crisi politica in atto” e ciò in relazione “alla situazione di estrema emergenza in cui versa un’intera categoria”. Nello specifico, alla luce dei dati dell’andamento epidemiologico, della campagna vaccinale ormai entrata nel vivo, nonché della necessità di scongiurare la crisi del settore dei pubblici esercizi, il presidente e l’assessore chiedono formalmente “di estendere il periodo di attività” fino alle 22.

La richiesta ha trovato il sostegno il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri intervistato da Radio Popolare: “Lo sostengo da molti mesi, credo che i ristoranti possano essere riaperti, in zona gialla, in sicurezza e con controlli rigidi fino alle 22”. Tuttavia a frenare è proprio il Comitato Tecnico Scientifico che in una nota sottolinea: “Non c’è alcun via libera del Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura. Nel verbale della riunione del CTS del 26 gennaio 2021 vi sono indicate, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio reso”.

“Una rimodulazione dei pacchetti di misure – sottolineano dallo stesso Comitato – potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio. Circa la previsione di rimodulazione delle misure previste nelle diverse fasce di rischio, si rimanda alle valutazioni del decisore politico”. In ogni caso, sempre relativamente ai rischi, “andrebbero considerate le diverse tipologie dei pubblici esercizi, distinguendo” tra ristoranti e bar.

La vicepresidente lombarda e assessore al Welfare, Letizia Moratti, insieme con l’assessore alla Cultura, Stefano Bruno Galli, chiedono al Governo anche la riapertura dei teatri e delle sale cinematografiche. “Teatri e cinema, insieme con i musei il sabato e la domenica – rimarcano Moratti e Galli – possono e anzi devono essere riaperti, pur con tutte le misure di prevenzione che garantiscano un distanziamento in totale sicurezza, e nel rispetto del coprifuoco fissato per le ore 22”.

Altre categorie, considerate come maggiormente esposte al rischio contagio come estetisti e parrucchieri, addetti alla manifattura, commercianti, sono in fase di valutazione, secondo le segnalazioni ricevute dalle associazioni. “I tassisti in particolare – spiega Moratti – costituiscono un anello importante della complessa rete del trasporto pubblico. Per la peculiarità del loro lavoro sono a contatto con molte persone, perciò maggiormente esposti al rischio di contagio, e il loro operato costituisce l’essenza stessa dell’attività di impresa individuale che va quindi tutelata e protetta anche per l’interesse di servizio pubblico”.