La Lorenzin indossa l’elmetto contro cannabis e alcol. E gli avversari accusano: vuole vietare anche la birra?

Una controffensiva contro la battaglia della legalizzazione della cannabis e arriva anche al contrasto all'alcol. Beatrice Lorenzin ha fissato i paletti.

Una controffensiva contro la battaglia della legalizzazione della cannabis. E arriva anche al contrasto all’uso di alcol. La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha fissato i paletti sulla proposta di legge approdata oggi alla Camera. Lasciando intendere che il Nuovo centrodestra non vuole arretrare su questi temi. “Diciamo no alla liberalizzazione della cannabis. Non possiamo parlare dei giovani e poi abbandonarli. Alcol e droga sono una piaga in questo momento”, ha affermato Lorenzin. Che ha duramente accusato gli anti-proibizionisti: “Si è fatto passare un messaggio per cui è normale drogarsi, prendere la pillola per essere magra, per avere i muscoli, per fare sesso. Sulla marijuana, che è un’altra roba assolutamente potenziata negli effetti psicotropi, tutte le campagne degli ultimi 15 anni sono per liberalizzarla. Ci si è fatta politica sulla cannabis”. E l’ostruzionismo di Area popolare ha portato al rinvio a settembre della discussione del testo: ci sono oltre 1.700 emendamenti presentati dai centristi. “Discutiamo in aula ma non c’è tempo per i pareri e rinviamo l’esame delle proposte di modifica a settembre, ha detto il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Walter Verini.

Ma non sono mancate le repliche a questa presa di posizione: “Lotta alle dipendenze: alcol, droga, gioco. Oddio, vuol metter fuori legge la birra Ichnusa!”, ha ironizzato il senatore del Partito democratico, Luigi Manconi, uno dei parlamentari favorevoli alla legge giunta a Montecitorio. Anche dal leader di Possibile, Pippo Civati, è arrivata un’accusa: “Non ci risulta nessuna iniziativa del governo contro il gioco d’azzardo e non si capisce nemmeno come si concretizzi l’attacco della Ministra Lorenzin alla vendita di alcol. Forse vietando il vino e la birra? Perché la logica adottata dalla Ministra lo imporrebbe”.  Il deputato di Sinistra italiana, Stefano Fassina, è invece entrato nel dettaglio: “Ricordo a Lorenzin che tutte le analisi documentate, incluse le valutazioni della Dia, arrivano alla conclusione che legalizzare riduce gli spazi alla criminalita’ organizzata e riduce i rischi per la salute delle persone, oltre a generare preziose entrate per il bilancio dello Stato da investire in prevenzione”.

D’altra parte il ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, l’ha messa sotto il punto di vista dei numeri parlamentari. “Non ci sono per approvare la legge sulla legalizzazione della cannabis”, sostenendo che “abbiamo altre priorità da affrontare. Personalmente mi mette più in allarme per l’emergenza che vive la famiglia”.