La Pubblica amministrazione va in pensione: entro 10 anni sarà svuotata di personale e competenze

Nel giro di 10 anni un terzo dei dipendenti della Pubblica amministrazione andrà in pensione, svuotandola di personale e competenze. Altro che Paese per giovani.

La Pubblica amministrazione va in pensione: entro 10 anni sarà svuotata di personale e competenze

La Pubblica amministrazione rischia di essere svuotata. Di personale e di competenze. Su 3,7 milioni di lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nel 2022, infatti, ben 1,35 milioni ha più di 55 anni. Segno di una Pa vecchia, indubbiamente, ma anche del fatto che nel giro di dieci anni un terzo degli statali andrà in pensione.

I dati emergono dall’Osservatorio Inps sui lavoratori pubblici e lasciano intendere che se non si provvede subito a un vero ricambio generazionale il rischio non è tanto quello di una Pubblica amministrazione senza personale, ma più che altro di enti svuotati dalle competenze che devono essere trasmesse a chi prenderà il posto di questi pensionati.

Nella Pubblica amministrazione nel giro di 10 anni un terzo dei dipendenti in pensione

Nel report dell’Inps si evidenzia che nel 2022 la classe di età modale è quella tra i 55 e i 59 anni, con ben 694mila lavoratori, ovvero il 18,8% del totale. Il 77,9% della collettività ha un’età maggiore o uguale a 40 anni, a conferma di una Pa tutt’altro che giovane. 

Le differenze nella Pubblica amministrazione: dal gap di genere a quello territoriale

Uno dei dati che emerge dall’Osservatorio Inps riguarda il fatto che gli uomini nella Pa guadagnano più delle donne, un divario che “aumenta al crescere dell’età fino a stabilizzarsi dai 55 anni in poi”. 

La differenza è tra i 40.157 euro degli uomini e i 30.262 euro delle donne. Questo divario “retributivo è massimo nella classe di età 40-44 anni, in cui la retribuzione media delle femmine è pari al 69,6% di quella dei maschi, e tocca il minimo nella classe 60-64 anni in cui la retribuzione media delle femmine è pari all’82% di quella dei maschi”.

La retribuzione media dei lavoratori pubblici nella Pa è stata di 34.153 euro, con 278 giornate retribuite medie. Il gruppo contrattuale più numeroso è quello della scuola, con il 39,7% dei dipendenti pubblici. A seguire troviamo il Servizio sanitario con il 20% e le amministrazioni locali con il 15,2%. I contratti a tempo indeterminato sono oltre 3 milioni, ovvero l’82,7% del totale.

Dal punto di vista geografico, il 23,9% dei lavoratori pubblici si trova nel Centro Italia, il 42,8% al Nord e il 33,2% nel Mezzogiorno. Il valore più alto delle retribuzioni medie si registra al Centro, pari a 35.804 euro. Oltre il 60% dei lavoratori pubblici ha retribuzioni medie inferiori ai 35mila euro.