La Raggi oppure Di Battista. I 5 Stelle possono tenersi Roma. La ricandidatura della sindaca spopola nel Movimento. Galvanizzato se si muovesse anche l’ex parlamentare

Carlo Sibilia, sottosegretario agli Interni e deputato M5S ha fatto da apripista, come si suol fare in questi casi, e a un Giorno da pecora su Rai Radio 1 ha fatto l’endorsement: “Non so quale sarà la scelta di Virginia Raggi, ma Alessandro potrebbe magari pensare alla sua città e proporsi a sindaco di Roma, io ce lo vedrei benissimo, per amore della sua città potrebbe fare bene”. Il giorno dopo la consigliera regionale nel Lazio Valentina Corrado ha replicato: “Virginia Raggi candidata? Certo, perché no. Ha già dimostrato di avere coraggio sia come donna che come sindaco”. A chi fa notare che ci sarebbe la regola che impedisce un terzo mandato, il capo del Movimento, Vito Crimi, in una intervista a Il Fatto Quotidiano ha risposto: “Penso che si debba discutere della permanenza del vincolo per chi amministra. Abbiamo sindaci al secondo mandato a Roma, Torino, Marino e Vimercate. Chi amministra dovrebbe poter lavorare in un’ottica pluriennale, quindi una riflessione va fatta. Il mondo cambia, e dobbiamo tenerne conto”.

ULTIMI OSTACOLI. Roberta Lombardi, capogruppo M5S in Regione Lazio, ha invece difeso la regola ed è contraria ad un nuovo mandato sia per la Raggi che l’Appendino. Che la ricandidatura della Raggi dia fastidio lo dimostra la discesa in campo dei giornaloni che cominciano a sparare a tiro alzo zero. Ad esempio Annalisa Cuzzocrea di Repubblica: “Di Virginia Raggi penso che non si possa ricandidare a Roma, ha fatto male, il M5S ha dimostrato di non avere una classe dirigente all’altezza”. La giornalista, di solito strenua sostenitrice femminista “a prescindere”, questa volta non perde l’occasione per assestare una mazzata ad un’altra donna, alla faccia della coerenza di genere. La Raggi ha svolto il suo mandato in maniera originale, innovativa, combattendo problematiche di fondo mai affrontate veramente come la ferma lotta per la legalità e contro la criminalità organizzata.

SCELTA DAL BASSO. Ma la novità di questa tornata elettorale potrebbe appunto essere la dialettica interna nel Movimento con la candidatura di Alessandro Di Battista che è romano – come del resto anche la sindaca – ma che potrebbe dare anche lui un contributo notevole avendo un folto seguito tra i sostenitori dell’ala movimentista-sovranista, delusi dalla fine dell’esperienza giallo-verde. In un certo senso la candidatura interna su Rousseau sarebbe anche un toccasana per l’ala governativa guidata da Luigi Di Maio che vede nell’ex deputato sempre un potenziale pericolo destabilizzante perché si tratta pur sempre di un big che da anni è stranamente fuori da qualsiasi incarico nel Movimento.

La sua candidatura avrebbe anche un altro vantaggio dal punto di vista dei Cinque Stelle: permetterebbe di mostrare come all’interno del Movimento stesso sia presente una dialettica di qualità democratica che farebbe disperdere come neve al sole tutte le congetture di autoritarismo grillino e di imposizione “dall’alto” delle candidature. Un confronto Raggi – Di Battista potrebbe fare del bene ai pentastellati che, oltretutto, potrebbero così ricompattare anche i voti in vista della volata finale evitando potenziali abbandoni o “cali di interessi” fisiologici in chi non è stato coinvolto. E potrebbe essere anche l’occasione per riascoltare Grillo che da molto, troppo, tempo si è ritirato nel regno digitale del suo blog. La potestà virtuale andava bene per la quarantena ora devo tornare a farsi sentire di persona.