La Russa e le scuse “velate” su via Rasella: “Ho sbagliato ma non so poi se effettivamente è errata la notizia”

La Russa e le scuse dopo le parole sull'attentato di via Rasella. Il presidente del Senato prova a ritornare sui suoi passi.

La Russa e le scuse “velate” su via Rasella: “Ho sbagliato ma non so poi se effettivamente è errata la notizia”

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è di nuovo incappato in un scivolone storico, attirando su di sé un fiume di polemiche, non solo in campo politico. Le parole della seconda carica dello Stato sull’attentato di via Rasella, da più parti, sono state colte come offensive e così, in qualche modo, ha provato a chiedere scusa.

La Russa e le scuse “velate” su via Rasella

Ignazio La Russa prova a rimediare al suo ennesimo scivolone storico. Qualche giorno fa, intervistato nel podcast di Libero Terraverso da Pietro Senaldi, aveva definito l’attentato di via Rasella come “una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza: quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati, e non nazisti delle SS”. La seconda carica dello Stato aveva descritto così l’attentato dei partigiani che costò la vita a 35 persone, a cui i nazisti reagirono con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 civili.

Le parole di La Russa hanno generato diverse polemiche ma qualcuno della sua squadra ha provato a difenderlo. “Via Rasella non fu un atto di cui andare fieri”, dichiara Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo FdI alla Camera: “Strumentalizzare le parole di La Russa non ha senso perchè la vergognosa rappresaglia dei nazisti che colpì italiani antifascisti, ebrei e cittadini semplici non potrà mai essere giustificata da nessuno”. Tuttavia, il presidente del Senato a provato, a modo suo, a chiedere scusa e fare un passo indietro sulle sue parole discutibili e non solo storicamente.

Le parole del presidente del Senato: “Ho sbagliato ma non so poi se effettivamente è errata la notizia”

“Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti – ha detto La Russa – ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio”.

Poi, ritorna di nuovo a giustificarsi: “Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo”. E ha poi aggiunto: “Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi per sentirsi offeso”.