La solita commissione sulla legge elettorale. Cuperlo accetta la sfida ma i renziani ci credono poco e guardano già al futuro

Un “tentativo serio” per Gianni Cuperlo. Ma accolto con “scetticismo” da Pier Luigi Bersani. Si aprono così i lavori della commissione sull'Italicum.

Un “tentativo serio” per Gianni Cuperlo. Ma accolto con “scetticismo” da Pier Luigi Bersani. Con una certezza: il clima non è quello dei periodi migliori. La minoranza del Pd ha formalizzato, con umori altalenanti, l’accettazione dell’offerta illustrata da Matteo Renzi nella direzione nazionale di lunedì scorso: una cabina di regia per modificare la legge elettorale e convincere così la sinistra dem a votare “sì” al referendum del 4 dicembre. Il tutto mentre i renziani sembrano già pensare ad altro, a cominciare dalla lunga traversata della Legge di Bilancio.

I MEDIATORI
Come anticipato da La Notizia, nella commissione per modificare l’Italicum entrerà proprio Cuperlo, l’ex avversario del segretario del Partito democratico alle primarie, che aveva sponsorizzato la trattativa con gli altri colleghi della sinistra. “Dopo questi anni la cautela è del tutto ragionevole, ma è un tentativo serio. E parteciperemo con questo spirito”, ha detto il deputato del Pd. “Ora – ha aggiunto l’esponente della sinistra dem – è il momento di passare dalle parole ai fatti. Serve un impegno pieno del Pd, a cominciare dal suo segretario, a costruire una proposta che poi va sottoposta alle altre forze politiche”. Sui tempi l’esponente della minoranza ha mostrato un approccio realista: “Non mi immagino una nuova legge elettorale prima del referendum, ma sull’Italicum il Governo mise addirittura la fiducia. Serve un analogo investimento in termini di volontà politica per mettere in campo una proposta del Pd”.

L’ex sfidante di Renzi alle primarie è stato molto attivo in Transatlantico, dove ha intrattenuto un lungo confronto con due deputati di Sinistra italiana, l’ex Pd Alfredo D’Attorre, e l’ex pupillo di Nichi Vendola, Nicola Fratoianni. L’ingresso nella cabina di regia sulla legge elettorale non ha certo scaldato il cuore di Bersani, che martedì aveva ironizzato: “Una commissione non si nega a nessuno”. E ieri ha aggiunto: “Era giusto starci per andare a vedere le carte. Poi sarà consentito mantenere un po’ di cautela e anche un po’ di scetticismo”. A rafforzare il messaggio c’è il deputato Davide Zoggia, bersaniano di ferro:  “Noi siamo per il ‘No’ e faremo una campagna sobria per il ‘No’, senza alzare i toni, sapendo che la maggioranza del partito è per il ‘sì’”. E “ci deve essere la volontà politica di cambiare la legge elettorale, e non di accontentare la minoranza del Pd. Da più parti nel paese viene chiesta una modifica dell’Italicum, ultimo l’autorevole appello del presidente emerito Giorgio Napolitano”, ha aggiunto Zoggia.

CONVINZIONE
Dopo aver parzialmente convinto i “compagni” di cordata, Cuperlo deve cercare di individuare un punto di incontro con i renziani, tra cui solo il numero due della segreteria, Lorenzo Guerini sembra intenzionato a raggiungere l’accordo. Tra i fedelissimi del presidente del Consiglio c’è poca voglia di parlare. Perché si pensa al futuro: “C’è da fare la campagna referendaria e lavorare alla manovra economica, oltre che ai problemi degli italiani”, spiega in privato un deputato renziano. Nel gruppo di lavoro, oltre a Guerini e Cuperlo, ci saranno il presidente del partito, Matteo Orfini, i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, due esponenti della corrente di Dario Franceschini, più conciliante verso le richieste dei bersaniani. Gli altri pontieri sono gli esponenti dell’ala orfiniana, denominata Rifare l’Italia, che da qualche giorno hanno avviato il proprio pressing: “La proposta di ritocco all’Italicum con la cancellazione del ballottaggio e la revisione del premio di maggioranza è sul tavolo. Se non c’è una vera volontà di dialogo, lo si dica”, afferma una fonte vicina a Orfini.