La Turchia manda in rosso i mercati. Crollo spaventoso della lira turca. Ma Erdogan si difende: “In atto una campagna contro di noi”

Il crollo della lira in Turchia spaventa i mercati. Tanto che non mancano effetti sullo sperad e i su tutte le Borse mondiali

Il crollo della lira in Turchia spaventa i mercati. Tanto che non mancano effetti sullo sperad e i cali su tutte le Borse mondiali. I ribassi riguardano soprattutto i titoli delle banche. Dopo la sbandata è intervenuto anche il presidente turco Racep Tayyip Erdogan, che si è detto sicuro che “il governo turco non perderà la guerra economica”. Dalla regia del governo turco è tutto un giustificarsi sostendo la tesi del complotto contro il Paese.

Eppure quella di oggi è una debacle senza precedenti visto che la lira turca è arrivata a perere fino al 13,5% rispetto al dollaro. Ankara è stretta da un’inflazione galoppante con i rendimenti dei titoli di Stato decennali che hanno infranto il 20%.

L’effetto Turchia risulta ben tangibile su tutti i mercati. Via Twitter si è registrato anche l’intervento del presidente americano, Donald Trump:  ”Ho appena autorizzato un raddoppio dei dazi sull’acciaio e l’alluminio della Turchia in quanto la loro valuta, la lira turca, è in rapido calo nei confronti di un dollaro molto forte. I dazi sull’alluminio saranno ora al 20% e quelli sull’acciaio al 50%. I nostri rapporti con la Turchia non sono buoni al momento”.

Anche la Russia ha preso provvedimenti contro la crisi turca. Le misure sono state tutte finalizzate a sostenere il rublo. La banca centrale ha tagliato l’ammontare di valuta estera che acquista regolarmente per proteggere l’economia dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio. Il rublo ha così recuperato terreno a 66,8575 dollari dopo aver toccato i 67 dollari stamani, il minimo dal giugno 2016.