L’anticorruzione prepara la stretta sul calcio scommesse: la frode un reato di mafia, confisca dei beni e puntate vietate sui campionati minori

Mentre aumentano gli indagati per lo scandalo delle presunte partite comprate dal Catania per salvarsi dalla retrocessione, ancora non si riesce a spiegare come certi personaggi possano essere stati così ingenui da parlare al telefono di binari dei treni (le magliette dei giocatori in codice) dalle cifre così elevate che neanche la stazione di Londra può permettersi. Oppure di orari inesistenti, tipo le 33, e di melanzane da portare in banca. Ma pensavano veramente di essere furbi? Anche questa vicenda la dice su come il calcio italiano sia gestito da dilettanti allo sbaraglio, come nella Corrida di Corrado. Con addirittura il presidente Pulvirenti, che con una denuncia prima ha fatto aprire l’inchiesta per poi finire lui stesso agli arresti, come se fosse il protagonista di una novella di Pirandello.

TOCCA AL GOVERNO

Il Governo scalda i muscoli e si prepara a scendere in campo (era ora!). Il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha chiamato Andrea Abodi, il presidente della Lega di Serie B, per ribadire che le sanzioni sulla frode sportiva verranno inasprite, con la confisca dei beni. Alcuni deputati hanno firmato una mozione nella quale chiedono all’esecutivo di vietare il gioco delle scommesse al settore dilettantistico del calcio italiano e di riformare le scommesse sugli eventi sportivi – con particolare attenzione al sistema on line – in modo da tracciare il movimento dei flussi finanziari.  Inoltre una black-list per dirigenti, calciatori e addetti ai lavori che si sono resi protagonisti di attività illecite, nonché intercettare e sottrarre i proventi ottenuti in nero (secondo un rapporto Eurispes le stime si aggirano attorno ai 140 miliardi di euro l’anno, circa l’11% del Pil attuale). Ciò consentirebbe di migliorare i conti dello Stato.

PENE SEVERE

«Le mafie hanno trovato terreno fertile nel sistema calcistico. Come? Riciclando il proprio denaro e sfruttando la notevole popolarità del settore calcistico per aumentare la forza del controllo sul territorio», sottolinea Walter Rizzetto di Alternativa Libera che auspica di imputare il reato di associazione mafiosa a chi si prodiga per pilotare i risultati delle partite.

«Sono necessarie pene severe, poiché chi falsa il risultato delle gare deve avere la consapevolezza di essere partecipe di un reato che consente alle organizzazioni criminali di approvvigionarsi di grandi quantità di risorse finanziarie per svolgere attività illegali».  Rizzetto auspica l’utilizzo dell’articolo 41-bis per chi corrompe. «Attualmente le punizioni per la frode sportiva – aggiunge – risultano essere blande e ciò lo dimostra il fatto che il reato viene reiterato più volte. È urgente intervenire – prosegue il deputato – affinché sia possibile tracciare il movimento di denaro prima e dopo la scommessa. Si deve procedere alla modifica delle disposizioni sulle puntate sui campionati minori, quali Lega Pro e Serie D: la cassazione di queste due categorie dal sistema delle scommesse consentirebbe un controllo maggiore dei club».