L’Argentina è in rivolta, a Buenos Aires migliaia di persone scendono in piazza contro l’austerity di Milei

L'Argentina è in rivolta, a Buenos Aires migliaia di persone scendono in piazza contro l'austerity di Milei

L’Argentina è in rivolta, a Buenos Aires migliaia di persone scendono in piazza contro l’austerity di Milei

La rabbia sociale esplode nelle strade della capitale argentina. Diverse migliaia di persone, tra cui dipendenti pubblici e pensionati, sono scese in piazza per protestare contro le drastiche misure economiche varate dal presidente Javier Milei. Il corteo si è snodato nel cuore della città, con epicentro davanti al Ministero della Deregolamentazione dello Stato, per poi unirsi alla storica manifestazione settimanale dei pensionati, che ogni mercoledì si radunano davanti al Parlamento.

Le bandiere sindacali, i cartelli contro l’austerità e le grida di protesta hanno scandito una giornata ad alta tensione, simbolo del malcontento crescente verso le politiche ultra-liberiste adottate dall’esecutivo. “Non possiamo più andare avanti, i nostri stipendi non bastano nemmeno per le medicine”, ha denunciato una pensionata davanti alle telecamere dei media locali.

L’onda lunga dell’austerità in Argentina

Dall’insediamento di Milei, il governo ha messo in atto tagli massicci alla spesa pubblica, con l’obiettivo dichiarato di combattere l’inflazione e risanare i conti dello Stato. Ma le conseguenze sociali non hanno tardato a manifestarsi: il potere d’acquisto delle pensioni è crollato, i salari pubblici sono stati congelati e migliaia di posti nel settore statale sono stati eliminati.

Le misure, accolte con favore dai mercati internazionali, stanno però generando una forte ondata di disuguaglianza interna, con le fasce più vulnerabili della popolazione colpite in modo diretto. I pensionati, in particolare, denunciano di aver perso oltre il 30% del loro potere d’acquisto in pochi mesi.

Mobilitazione crescente

La protesta di oggi si inserisce in un clima sociale sempre più teso. Dopo i grandi scioperi generali indetti nei mesi scorsi, ora anche le manifestazioni settoriali iniziano a confluire in una mobilitazione più ampia contro l’intero impianto delle politiche economiche di Milei.

“Il governo parla di sacrifici necessari, ma il peso cade sempre sugli stessi: lavoratori e pensionati”, ha dichiarato un portavoce sindacale dal palco improvvisato davanti alla sede del Ministero.

Nonostante il malcontento, il presidente libertario continua a difendere il proprio piano economico, promettendo che i benefici arriveranno “nel medio-lungo termine”. Ma la pazienza dei cittadini sembra assottigliarsi sempre più.