Mi chiedo come sia possibile che il mondo non veda gli atti criminali del governo Netanyahu e non reagisca. Eppure le stragi sono sotto gli occhi di tutti.
Marina Taddei
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Gentile lettrice, non è che i leader occidentali non vedano: è che fanno finta di non vedere. È così da 76 anni, dalla fondazione di Israele. È già tanto che la Corte di giustizia dell’Onu abbia avuto il coraggio di deferire Israele per “plausibile genocidio” e la Corte penale dell’Aja di incriminare Netanyahu per crimini di guerra. Ma non creda che sia solo opera di Netanyahu. Questi atti criminali si perpetuano da sempre. Fanno parte dell’esistenza stessa dello Stato ebraico. Quando l’Onu sancì la nascita d’Israele (1947) spaccando la Palestina, Menachem Begin, futuro premier ebraico, disse: “La divisione della Palestina è illegale, lo sappiamo. Non sarà mai riconosciuta. Ma noi faremo di Gerusalemme la nostra capitale”. Le riporto solo alcune (per limiti di spazio) delle tante, illuminanti dichiarazioni di David Ben Gurion, il venerato “padre di Israele”: “Ci sono stati i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma i palestinesi cosa c’entrano? Loro vedono solo che siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?” E ancora: “Tra di noi non possiamo nasconderci la verità: noi siamo gli aggressori e loro si difendono. Il paese è loro perché lo abitavano, noi siamo venuti dopo”. E parlando agli ufficiali dello Stato Maggiore d’Israele: “Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre… per liberare la Galilea dalla popolazione araba”. Era maggio 1948. Come vede, non è cominciata ieri.