di Lapo Mazzei
Comunque vada sarà successo. E chiunque vinca (le primarie, ovviamente) non sarà un problema. Anche perché Enrico Letta non è solo l’attuale presidente del Consiglio, protetto e diretto dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, ma è anche il primo premier della storia repubblicana dotato di parafulmine incorporato. Ogni qualvolta si scatena un temporale, e in questi mesi ce ne sono stati una bella serie, Re Giorgio alza l’antenna e mette al riparo il suo ciambellano di corte. Sino a quando il Colle sarà occupato dall’ex comunista, l’inquilino di palazzo Chigi non avrà problemi d’affitto. Figuriamoci di tenuta. Non solo. Il premier ormai è diventato il mago degli annunci, delle grandi promesse, delle frasi ottimistiche ad effetto con le quali copre e nasconde i problemi seri. Come la disoccupazione giovanile. Letta promette, Napolitano avalla. Data la cornice entro la quale si sviluppa l’azione dell’attuale esecutivo, appare quanto mai evidente che la strategia del congelamento del voto di fiducia, è stata chiesta da Letta e concessa da Napolitano, in modo da stoppare le fughe in avanti di Renzi. Del resto nel momento in cui si scalda il clima intorno al passaggio parlamentare richiesto dal Quirinale al presidente del Consiglio, su precisa indicazione di Forza Italia, in modo da verificare la fiducia nei confronti dell’esecutivo, il premier ha la necessità di riordinare le idee. Con Berlusconi decaduto, ma tutt’altro che deceduto politicamente, serve un cambio di passo. Non a caso se in prima battuta la verifica sembrava questione di ore, ora sembra tutto rinviato. “Proporrò al capo dello Stato di aspettare le primarie del Pd dell’8 dicembre”, ha detto il premier da Vilnius. Ma Forza Italia non ci sta, vedendo in questa richiesta un modo per stemperare l’effetto Berlusconi e dare al premier il modo di riannodare il filo del dialogo con Renzi. “Il premier antepone le vicende interne al Partito democratico ai suoi doveri istituzionali”, afferma il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta. Ancora più dura la critica della deputata di FI Daniela Santanchè, che attacca anche Alfano. “Per la verifica di governo, Letta vuole aspettare Renzi il quale è in attesa di capire cosa farà Alfano che come al solito attende ordini dal Quirinale”. Letta, comunque, non esclude di riuscire a guadagnare tempo e lunedì incontrerà il capo dello Stato per fare un punto e decidere il calendario. “Lunedì pomeriggio andrò al Quirinale e parlerò con Napolitano. Con lui verificherò i passaggi della vicenda. Noi chiederemo al Parlamento una nuova fiducia e certificheremo i numeri” anche alla luce della fiducia ottenuta sulla legge di stabilità. Un passaggio delicato, quello della fiducia, ma che Letta è convinto che rafforzerà il governo. In serata, di ritorno da Vilnius, il premier ha parlato al terzo Congresso nazionale socialista a Venezia, ribadendo per l’ennesima volta che il 2014 vedrà un’Italia con il segno più. In Europa, la cui scena si è caratterizzata solo sul rigore e austerità, “c’è un grandissimo bisogno di Italia” e l’Italia con il semestre di presidenza nella seconda metà del 2014 “farà vedere all’Europa cosa significa avere un’Italia leader” ha detto il premier che ha sottolineato la difficoltà di governare degli ultimi sette mesi, ma che, nello stesso tempo, ha annunciato una svolta: “Il 2013 è un anno che abbiamo giocato in difesa, sotto assedio come eravamo… non si sapeva mai cosa succedeva il giorno dopo e per chi governa” questa non è una cosa facile. Già, per questa ragione vuole aspettare l’esito delle primarie. Non si sa mai…