L’Europa subalterna agli Usa. Armi e sanzioni portano all’Apocalisse. Donatella Di Cesare: “L’Occidente unito in una danza macabra verso il disastro”

L’Europa subalterna agli Usa Armi e sanzioni portano all’Apocalisse. Parla la docente de La Sapienza Donatella Di Cesare

Dopo sette mesi di guerra, la Russia è sempre più sola e perfino Cina e India manifestano contrarietà per l’escalation in corso e chiedono di tornare al tavolo delle trattative. Professoressa Donatella Di Cesare, secondo lei è normale che a parlare di pace siano gli alleati storici di Mosca e non l’Occidente?
“Quello che colpisce è il silenzio dell’Europa e della dirigenza europea che invece di parlare di pace ha, purtroppo, toni che assecondano una escalation. Il problema è che in questo isolamento geopolitico della Russia, le cui responsabilità sono senza dubbio di Putin, l’occidente europeo non sta prendendo nessuna iniziativa politica per aprire un dialogo. Tutto ciò è sconcertante e credo che anche l’opinione pubblica italiana ne terrà conto alle urne”.

Dagli Stati Uniti all’Unione europea si continua a puntare tutto sulla fornitura di armi a Kiev e sulle sanzioni al Cremlino. La ritiene la strada giusta?
“Dalle autorità europee abbiamo sentito e continuiamo a sentire soltanto minacce di ulteriori sanzioni. Io sin dall’inizio ho sempre detto che la strada delle sanzioni non era quella giusta e continuo a pensarlo. Certo è che queste restrizioni hanno colpito alcuni ceti della popolazione russa ma nessuno dice quali. Ebbene si tratta soprattutto di quelli che hanno il passaporto e si muovono, in altre parole quelli più abbienti mentre hanno avuto poco effetto su tutti gli altri. Al contrario, come detto già tante volte, queste sanzioni sono un boomerang per noi europei e per questo è sconcertante che l’Unione europea persegua ostinatamente su questa strada politica che è sbagliata, controproducente e che sta diventando un suicidio soprattutto per i Paesi più esposti tra cui c’è l’Italia. A parer mio è evidente una miopia strategica da parte delle autorità europee che temo avrà effetti devastanti”.

Come si spiega il fatto che l’Unione europea che si trova una guerra alle porte di casa, continua a seguire i diktat degli Stati Uniti anziché provare a trovare una propria strategia in fatto di politica internazionale?
“No, non si riesce ad avere una linea alternativa e credo che ciò dipenda da molteplici motivi. Indubbiamente c’è il problema che è iniziata una disgregazione dell’Europa dove dominano interessi divergenti se non conflittuali. Guardi oramai possiamo tranquillamente parlare di molteplici ‘europe’: quella nordica, quella dell’Est, quella franco-spagnola e, in ultimo, quella italo-tedesca. Inoltre credo che finita l’era della Merkel, è venuta a mancare l’iniziativa della Francia con Macron che si è rivelato incapace di tracciare una linea politica comune. Poi non dimentichiamoci di quanto sta avvenendo in Germania che è anche abbastanza inquietante perché, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, è stato annunciato un programma di riarmo. In questo modo promette di diventare una potenza militare, assumendo un ruolo decisivo in Europa, che rende complicato anche solo pensare di aprire un dialogo con Putin. A parer mio si sta sottovalutando il ruolo della Germania e lo spostamento politico che il Paese sta vivendo”.

Intanto mentre l’Italia si appresta a tornare alle urne, prima Joe Biden e dopo Ursula von der Leyen hanno lanciato un avvertimento al prossimo premier spiegando che esistono delle linee rosse – soprattutto relative al conflitto in Ucraina – che non possono essere oltrepassate o ci saranno conseguenze. Se simili affermazioni le avessero fatte altri leader, per non parlare di Putin, la politica si sarebbe scandalizzata parlando di ingerenze, eppure tutto tace. Come mai nessuno dice nulla?
“Non è una novità. Questo tratto subalterno della politica italiana va avanti da anni e si è rafforzato negli ultimi mesi. Tuttavia è sconcertante se rapportato a quanto succedeva durante la Prima repubblica quando affermazioni simili non erano tollerate. Mentre oggigiorno, specie con questo governo tecnico, tutto ciò viene vissuto come qualcosa di scontato e normale ma non lo è. Sono convinta che l’opinione pubblica italiana non la pensi in questo modo e che non sia disposta ad accettare una linea tanto subalterna e che mira a soddisfare gli interessi degli Stati Uniti, i quali – è bene ricordarlo – in questa guerra non stanno subendo gli effetti delle sanzioni ma anzi stanno facendo affari d’oro. Riguardo alle dichiarazioni della von der Leyen avrei molto da ridire”.

Prego
“Vede la presidentessa della Commissione europea ha detto che ‘se vanno male le elezioni sappiamo come intervenire’. Ecco ci tengo a sottolineare che si tratta di una grave ingerenza, arrivata poco prima delle elezioni italiane, su cui non si può assolutamente soprassedere. Voglio essere molto chiara, è del tutto inaccettabile che la presidente della Commissione europea si esprima in questi termini perché questo non è lo spirito dell’Unione europea. Poi mi sembra sia la prova della subalternità dell’Ue agli Stati Uniti visto che queste frasi sono arrivate a stretto giro dalle dichiarazioni di Biden”.

Sul campo la guerra prosegue e la Russia appare in forte difficoltà. Proprio per questo Putin che appare sempre più solo, ha annunciato la mobilitazione parziale dell’esercito e ha minacciato l’Occidente di ricorrere all’arma nucleare. Ritiene che lo zar stia bleffando o dobbiamo prendere sul serio queste dichiarazioni?
“C’è da avere molta paura. Anzi sono esterefatta nel vedere che noi seguiamo questa danza macabra che sembra puntare dritta verso un epilogo nucleare. Onestamente non avrei mai immaginato di vivere in un epoca dove leader politici potessero anche solo pensare a prospettive di ricorso agli arsenali atomici. È qualcosa che non ha precedenti e che deve far riflettere tutti. L’Occidente sta scherzando con il fuoco”.