Liste d’attesa al San Raffaele: ventiquattrore se scuci 7.500 euro

Al San Raffaele di Milano se scuci 7.500 euro attendi ventiquattrore ore per una colecistectomia. Ma se non paghi ci vogliono 4 anni.

Liste d’attesa al San Raffaele: ventiquattrore se scuci 7.500 euro

All’ospedale San Raffaele di Milano, struttura privata accreditata con il servizio sanitario pubblico, per sottoporsi a un intervento di colecistectomia bisogna aspettare 1.300 giorni, circa quattro anni. Ma avendo la disponibilità di 7.500 euro avviene il “miracolo”: l’intervento può essere eseguito subito, all’indomani della prenotazione.

Al San Raffaele di Milano se scuci 7.500 euro attendi ventiquattrore ore per una colecistectomia. Ma se non paghi ci vogliono 4 anni

Lo testimonia la storia di una signora di nome Aurelia, raccontata dalla diretta protagonista durante il programma del medico Vittorio Agnoletto, 37 e 2, nella puntata di venerdì 17 marzo, andato in onda su Radio Popolare. La riduzione dei tempi di attesa in sanità è stato uno dei cavalli di battaglia nell’ultima campagna elettorale di Fontana che, forse in preda ad amnesia, dimenticava che a guidare la Lombardia già dal 2018 c’era lui e non un suo omonimo.

“Ad agosto 2020 ho avuto il primo episodio di coliche biliari”, ha raccontato la signora, “e sono andata al Pronto Soccorso del San Raffaele, ma per via della pandemia ad ottobre vengo messa in lista d’attesa, senza però una data precisa, per l’intervento di colecistectomia. I miei calcoli, di oltre un centimetro, non si possono sciogliere in nessun modo. Da allora ogni 6 mesi mi sottopongo a controlli, ma ancora nessuna data è prevista per l’intervento. Io continuo a stare male, continue fitte, dolori, nausee, vomito, nonostante il cambiamento di regime alimentare. Fino a quando a gennaio 2023 ho detto basta, non ce la faccio più: ho chiamato il “San Raffaele” e ho chiesto a che punto era la lista d’attesa, e mi hanno detto che c’era da aspettare ancora tantissimo tempo. Allora ho chiesto quanto era l’attesa per un intervento a pagamento: mi è stato risposto oralmente che i tempi di attesa a pagamento non ce ne sono e che il costo era di 7.500 euro! A quel punto mi sono fermata perché non è giusto che un cittadino onesto, che paga le tasse non abbia diritto a un servizio sanitario pubblico che funzioni!”.

Agnoletto: “Una situazione assurda e inaccettabile sulla quale chiediamo risposte precise e tempestive da Bertolaso”

“È questo l’ultimo caso di liste di attesa impossibili che abbiamo scoperto, in ordine di tempo”, ha detto Vittorio Agnoletto. “La storia di Aurelia”, ha aggiunto, “è la storia dei disagi e delle sofferenze di troppe persone, che non riescono a curarsi con il servizio sanitario pubblico, perché viene data la precedenza a interventi che garantiscono maggiori guadagni al privato. Noi riceviamo le segnalazioni dei cittadini e chiediamo conto ai responsabili delle strutture sanitarie delle loro scelte: è quanto è avvenuto in questo caso con il “San Raffaele”, che ci ha risposto confermando la veridicità di quanto segnalatoci dalla signora Aurelia, rispetto ai tempi di attesa per l’intervento con il servizio sanitario nazionale. Una situazione assurda e inaccettabile sulla quale chiediamo risposte precise e tempestive all’assessore al Welfare della Regione Lombardia! Guido Bertolaso, l’assessore chiamato in causa, era stato invitato a intervenire in trasmissione, ma “nessuna risposta ci è arrivata, silenzio totale”, dice Agnoletto.

Fontana promette un impegno concreto per la riduzione delle liste d’attesa

Intanto sui social, dopo la storia di Aurelia, molti raccontano la loro esperienza con le liste d’attesa: “Metà ottobre 2022 prenoto visita oculistica, prima data possibile fine aprile 2023. Ma pochi giorni fa la Asl mi scrive, hanno riprogrammato la visita, sarà a novembre 2023”, scrive Rossana. Ieri Fontana in consiglio regionale ha presentato il suo programma di governo per i prossimi cinque anni. Il governatore ha promesso “un impegno concreto per la riduzione delle liste d’attesa e la riorganizzazione dei Pronto soccorso”, senza dire però quello che praticamente intende fare. Qualcuno lo avvisi che la campagna elettorale è finita.

 

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