Trump attaccherà il Venezuela, ha già ordinato il blocco navale e aereo (ma per cosa?). Ma quelli che “c’è un aggressore e un aggredito”, adesso tutti zitti?
Carlo Mombelli
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Gentile lettore, zitti? Magari. Con la piaggeria che li distingue, i giornaloni già plaudono a chi si è autonominato sceriffo del mondo, un Donchisciotte che addrizza i torti e torce i diritti. Il blocco aeronavale mira a impedire l’arrivo di armi contraeree da Russia e Iran (che hanno un trattato di mutua difesa con Caracas) e Cina. Gli americani finora hanno ammazzato in mare un’ottantina di pescatori, definendoli narcotrafficanti. Falso: come dice Pino Arlacchi (La Notizia, 6 novembre), ex capo dell’Antidroga dell’Onu, è noto che Venezuela e Cuba sono i soli due Paesi caraibici esenti da droga: non la coltivano, non la smerciano e non sono luoghi di transito. E se pure fosse, non sarebbe motivo sufficiente per bombardare e affamare interi popoli (quello di Cuba da 63 anni). L’accusa è solo il casus belli per un cambio di regime e accaparrare il petrolio venezuelano. L’altro giorno si è saputo dell’omicidio ordinato dal Segretario alla Difesa Hegseth. Gli americani affondano una barca di pescatori con un missile. Tutti morti, tranne due che sono in acqua aggrappati a rottami galleggianti. Il comandante chiede il permesso di procedere al salvataggio, ma Hegseth risponde come un boss mafioso: “No, ammazzateli tutti”. Ora nega, ma i giornali americani confermano. È una vecchia storia: gli Usa sono una centrale del crimine, il peggiore terrorista sulla faccia della Terra. Bisogna che il mondo prenda atto e agisca di conseguenza.