Lo Stato si prepara a entrare con un ruolo centrale in Autostrade. Cassa Depositi e Prestiti e il Fondo F2i diventeranno presto azionisti

Persino venerdì, in un’altra giornata negativa per Piazza Affari (-2,67 a fine seduta) il titolo di Atlantia ha continuato a guadagnare (+3,86%). Il motivo sta nella scommessa che fa il mercato su una schiarita nelle discussioni con il Governo e lo sblocco del riassetto nell’azionariato di Autostrade. L’ipotesi sul tappeto è la rinuncia da parte di Atlantia, la controllata dai Benetton guidata da Carlo Bertazzo, alla maggioranza del capitale di Autostrade, dove accanto agli attuali azionisti Allianz, Edf e il fondo cinese Silk Road Fund entrerebbero la Cassa Depositi e Prestiti e il Fondo F2i (e quindi sostanzialmente lo Stato).

A tutto questo si aggiungerebbero due gesti di buona volontà: un taglio delle tariffe e un maxi risarcimento (si è parlato di due miliardi) per il crollo del ponte Morandi. Ma perché in Borsa da alcuni giorni il titolo va così bene? Perché al solito sulle autostrade c’è da speculare, in quanto il valore della concessione è adesso in caduta libera a causa della drastica riduzione del traffico, con circa l’80% dei veicoli in meno ai caselli. Così si spiega l’aumento di valore del titolo mentre il business precipita.

La decisione del Governo, d’altra parte, dovrebbe arrivare in questo mese, perché nonostante l’emergenza Coronavirus dia al premier Giuseppe Conte e alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli ben altro da pensare, la società deve approvare il bilancio e quella sede potrebbe essere la sede ideale per presentare un progetto che si regge solo se gli attuali grandi azionisti di Atlantia non decideranno di recedere dal loro investimento. Per il Governo questa sarebbe una exit strategy onorevole, leale con l’impegno di riportare lo Stato al centro della gestione autostradale e che non farebbe perdere un posto di lavoro, oltre a evitare una lunga battaglia legale e un potenziale esborso miliardario.