L’Occidente fomenta la guerra. Dal G7 altra sfida a Putin sull’Ucraina e a Xi sulla via della Seta

L’Occidente fomenta la guerra. Dal G7 sfida a Putin e Xi. I leader mondiali vogliono cestinare la via della Seta e dare altre armi a Kiev

L’Occidente fomenta la guerra. Dal G7 altra sfida a Putin sull’Ucraina e a Xi sulla via della Seta

Da un lato la richiesta di “creare un’alternativa alla Via della Seta” lanciata dalla Cina di Xi Jinping, dall’altro altre sanzioni alla Russia e armi a Kiev. È questo il copione andato in scena nel corso del G7 in Giappone, il quale si concluderà domani con l’attesa visita in presenza di Volodymyr Zelensky, che sembra l’ennesima tappa di uno scontro tra Occidente e Oriente che non fa bene a nessuno.

Il primo nodo affrontato dai leader dei sette Paesi più industrializzati del mondo è stato quello della presunta minaccia cinese con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, secondo cui “dobbiamo intensificare il nostro lavoro con altri per creare un’alternativa alla Via della Seta, ovvero sul nostro Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali”.

La stessa ha aggiunto anche che è tempo di “bilanciare i nostri rapporti commerciali e dobbiamo discutere dei controlli sulle esportazioni o sugli investimenti in uscita, con particolare attenzione ai settori sensibili dell’alta tecnologia”, ha spiegato rilanciando la strategia Ue del de-risking.

Al G7 sempre il solito copione

Ma com’è facile da immaginare il dossier al centro del vertice è stato ancora una volta quello relativo alla Guerra in Ucraina. Un nervo scoperto per il quale i leader mondiali sono convinti che non esiste alcuna soluzione che non consista nell’invio di altre armi.

A lasciarlo intendere è il fatto che la von der Leyen, ottenendo il plauso dei presenti, ha detto che bisogna arrivare a ‘una pace giusta’ e che questa non può che essere raggiunta attraverso il piano per il cessate il fuoco promosso dal governo di Kiev. Peccato che ostinarsi su questo progetto, su cui è già arrivato il secco ‘no’ del Cremlino, appare poco più di un modo per dire che la guerra deve andare avanti.

E che questo sia l’andazzo lo si capisce da quanto scrivono, in un comunicato congiunto, i membri del G7 il cui obiettivo dichiarato è quello di “fiaccare la macchina da guerra della Russia” in quanto l’invasione dell’Ucraina “costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu”. Per questo i leader esortano Vladimir Putin a porre fine “alla sua aggressione e a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina”.

Grande ostinazione dell’Occidente

“In 15 mesi”, si legge ancora nella nota, il conflitto ha causato migliaia di vittime, “inflitto immense sofferenze al popolo ucraino e messo in pericolo l’accesso al cibo e all’energia per molte delle persone più vulnerabili del mondo”. Proprio per questo il G7 annuncia che ci saranno “ulteriori sanzioni e misure per aumentare i costi per la Russia e per coloro che sostengono il suo sforzo bellico”. Tra le possibili sanzioni anche quella sul commercio dei diamanti estratti in Russia. Una misura, questa, su cui ha ironizzato lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui il mercato mondiale di questa preziosa risora “è fluido e ricco di destinazioni alternative”, per questo “se gli acquisti si fermano in un posto, cominciano in un altro”.

Bilaterali di fuoco a margine del G7

Immancabile anche l’ulteriore impegno a fornire altre armi sempre più avanzate a Kiev. Una di queste i micidiali jet da combattimento F16 con il via libera della Casa Bianca alla loro fornitura da parte dei Paesi Ue.

A garantirlo lo stesso Joe Biden secondo cui gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, precisando che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti ma probabilmente avverrà in Europa. Un G7 a margine del quale Giorgia Meloni ha sostenuto anche diversi incontri bilaterali.

Uno di questi è stato quello con il primo ministro canadese Justin Trudeau che da un lato ha ribadito di voler aumentare la cooperazione con l’Italia e dall’altro ha strigliato la premier italiana – la quale si è detta stupita della critica – in materia di diritti per la comunità Lgbtq+. In serata c’è stato anche l’incontro tra Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz dove, secondo quanto si apprende, si è parlato della situazione in Ucraina e anche del dossier Ita-Lufthansa che sarà al centro del prossimo summit, previsto a breve, tra la premier italiana e l’omologo tedesco a Roma.