Lombardia pattumiera d’Italia: è record per i rifiuti speciali

La Lombardia è la regione con più rifiuti speciali nella classifica nazionale dell'Ispra, davanti al Veneto e all'Emilia-Romagna.

Lombardia pattumiera d’Italia: è record per i rifiuti speciali

La Lombardia, con 37,4 milioni di tonnellate, produce il 38,8% del totale dei rifiuti speciali generati dal nord Italia (circa 96,4 milioni di tonnellate), seguita dal Veneto con poco più di 18 milioni di tonnellate (18,7% della produzione totale delle regioni settentrionali), dall’Emilia-Romagna con quasi 14,6 milioni di tonnellate (15,1%) e dal Piemonte la cui produzione complessiva di rifiuti si attesta, nello stesso anno, a circa 13 milioni di tonnellate (13,5% della produzione totale del Nord.

E ovviamente guida la classifica nazionale. Il dato è contenuto nell’ultimo Rapporto Rifiuti speciali dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. I primati nel settore rifiuti speciali della regione considerata la locomotiva d’Italia non si fermano qui.

La regione Lombardia, con 17,1 milioni di tonnellate, è al primo posto per la produzione dei rifiuti speciali da costruzione e demolizione e per i rifiuti pericolosi, con 3,3 milioni di tonnellate, corrispondenti all’8,8% del totale di rifiuti speciali prodotti a livello regionale, ed al 45,5% dei rifiuti speciali pericolosi del Nord (quasi 7,3 milioni di tonnellate). I dati del Rapporto di oltre 500 pagine sono riferiti al 2021 e considerano una produzione di rifiuti speciali aumentata di oltre il 12% a livello nazionale dopo la ripresa post-pandemica.

Rifiuti speciali, le criticità

Il rapporto fornisce anche i dati sui flussi di rifiuti che, per quantità o complessità, presentano le maggiori criticità gestionali: rifiuti contenenti amianto, veicoli fuori uso, fanghi di depurazione delle acque reflue urbane, rifiuti sanitari. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto. muoiono ancora 2mila persone ogni anno per malattie correlate all’esposizione alla fibra in Lombardia, Dalla messa al bando, con la legge n. 257 del 1992, si contano ancora 1,2 milioni di metri cubi di coperture di amianto da smaltire sul territorio lombardo, secondo le stime del Programma regionale di gestione dei rifiuti, che prevede la rimozione totale entro il 2027.

La provincia dove viene smaltito il maggior numero di rifiuti e dove esistono più impianti è quella di Brescia: 1 milione 753,649 tonnellate l’anno in 12 impianti. Nella provincia di Milano vengono smaltite oltre 34 mila tonnellate in una discarica, in quella Monza-Brianza oltre 271 mila tonnellate di rifiuti in una discarica, a Cremona oltre 139 mila tonnellate di rifiuti in una discarica, a Pavia oltre 121 mila tonnellate di rifiuti in cinque discariche, a Varese oltre 109 mila tonnellate di rifiuti in una discarica, a Bergamo oltre 106 mila tonnellate in un impianto, a Mantova oltre 103 mila tonnellate di rifiuti in una discarica. A Lodi a Lecco e Lodi non vengono conferiti rifiuti in discarica.

Il business dei rifiuti

Ovviamente, con questi numeri, il business dei rifiuti diventa ancora più attrattivo per le mafie. Intervenendo a un corso di formazione rivolto alle Forze di Polizia statali e locali svoltosi a Milano alcuni mesi fa, il sostituto procuratore della Dda di Milano Francesco De Tommasi spiegava: “La Lombardia è oggi uno dei principali crocevia internazionali dei rifiuti. I più grandi impianti si trovano proprio in Lombardia e la gestione dei rifiuti attira gli appetiti dei mafiosi perché è una miniera d’oro, si tratta di un settore in cui girano tantissimi soldi, soprattutto cash. Oggi il traffico illecito dei rifiuti è soprattutto a carico degli impianti autorizzati ed il vero problema è legato ai controlli, carenti e inefficienti da parte degli organi specializzati, probabilmente scaturenti da un indirizzo politico che prevede di mantenere l’equilibrio, semplicemente evitando i rifiuti per strada e limitandosi così a non compromettere il consenso dei cittadini”.