Rifiuti edili, così i clan avvelenano la Lombardia

L'ultima operazione dei Carabinieri forestali e della Guardia di Finanza ha portato alla scoperta di 250mila tonnellate di rifiuti edili.

Rifiuti edili, così i clan avvelenano la Lombardia

“Gli ingenti investimenti in atto, crescenti nei prossimi anni grazie ad investimenti da Pnrr e nell’ambito delle Olimpiadi di Milano-Cortina, impongono l’innalzamento della soglia di attenzione e la maggiore focalizzazione delle risorse disponibili su tali obiettivi”. L’allarme lo ha lanciato il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, nella nota con cui ha dato comunicazione degli esiti di una operazione dei carabinieri forestali di Milano e Lodi e della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo che hanno portato alla scoperta di 250mila tonnellate di rifiuti edili non trattati secondo legge e stoccati all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano, un’area sottoposta a tutela paesaggistico-ambientale.

L’ultima operazione dei Carabinieri forestali di Milano e Lodi e della Guardia di Finanza ha portato alla scoperta di 250mila tonnellate di rifiuti edili

A coordinare le indagini è stata la Direzione distrettuale antimafia di Milano. Il sito di stoccaggio è stato sequestrato e sono sette le persone indagate, tutti cittadini italiani residenti tra Lombardia e Piemonte. Le ipotesi di reato sono di traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture e gestione di rifiuti non autorizzata. Gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta erano in “rapporti professionali” con Pietro Paolo Portolesi, l’autista della ‘ndrangheta in passato factotum del boss del narcotraffico Pasqualino Marando, coinvolto in numerose inchieste giudiziarie.

L’ultimo suo arresto è del 2022 per gli appalti all’Ortomercato di Milano e lo smaltimento di rifiuti prodotti nel cantiere di Scalo Romana a Milano dove si sta realizzando il futuro villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026. l “materiale-rifiuto” proveniente dalla Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio, una delle due società al centro dell’indagine conclusasi ieri è stato “impiegato come sottofondo stradale” per il nuovo tratto della tangenziale di Novara che la Dda milanese ha posto sotto sequestro.

Carabinieri forestali e Guardia di finanza hanno quantificato in 3,8 milioni di euro il profitto illecito derivante dal traffico di rifiuti stoccati all’interno dell’impianto posto sotto sequestro. Otto milioni, invece, il valore complessivo dei sequestri. Quello dei rifiuti è uno dei settori chiave dell’economia criminale al Nord e in particolare in Lombardia. Secondo l’ultimo rapporto “Ecomafie” di Legambiente, pubblicato nel giugno 2022 e relativo a dati dell’anno precedente, è, infatti, la quarta regione, insieme al Lazio, per inchieste di corruzione finalizzata a perpetrare illeciti ambientali.

La Lombardia risulta la prima del nord e la settima in Italia per numero di reati accertati

La Lombardia risulta la prima del nord e la settima in Italia per numero di reati accertati, con 1.897 illeciti penali, il 5,4% di quelli contestati in tutta Italia, 2.613 persone denunciate e 561 sequestri. In particolare, la regione è prima anche per numero di arresti cautelari (62) e quarta per reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 577 illeciti – il 6,9% del totale nazionale – con 643 denunce, 56 arresti e 238 sequestri. Tra questi ultimi il 38,7% è relativo a rifiuti industriali e metalli pesanti e il 38,3% a fanghi di depurazione contaminati.

Cannavò: “Il ciclo illegale dei rifiuti rappresenta una vera a propria piaga per la nostra regione”

Commenta Sergio Cannavò, responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia: “Il ciclo illegale dei rifiuti rappresenta una vera a propria piaga per la nostra regione. Ma lo sono anche le infiltrazioni mafiose nei cantieri, negli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, tutte opere chiave della transizione ecologica. E sugli ingenti stanziamenti rivenienti dal Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina noi avevamo già invitato da tempo a drizzare le antenne”.