Lucano condannato a 13 anni. L’ex sindaco di Riace sperava nell’assoluzione. “Vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso”

L'ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, condannato a 13 anni e due mesi dal Tribunale di Locri, sperava nell'assoluzione.

Lucano condannato a 13 anni. L’ex sindaco di Riace sperava nell’assoluzione. “Vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso”

“Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione”. È quanto ha detto l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, commentando la sentenza con cui il Tribunale di Locri lo ha condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei richiedenti asilo (leggi l’articolo).

“Grazie, comunque, lo stesso – ha aggiunto Lucano – ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica. Ho speso la mia vita per rincorrere ideali ho lottato contro le mafie, anche per riscattare l’immagine negativa della mia terra, e non lo so se per i delitti di mafia vi siano pene così pesanti”.

Mimmo Lucano condannato a 13 anni e due mesi di carcere. L’ex sindaco di Riace era accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina

Il Tribunale di Locri ha condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, al termine del processo “Xenia”. Lucano, noto per le politiche di accoglienza dei migranti, era stato arrestato il 2 settembre 2018 (leggi l’articolo) nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza in merito a presunte irregolarità nella gestione del sistema d’accoglienza dei migranti.

Il pm aveva chiesto 7 anni e 11 mesi di carcere. I reati contestati dalla Procura erano di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’ottobre del 2018 Lucano fu posto ai domiciliari e dopo il periodo di detenzione fu applicato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace, poi revocato dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019 (leggi l’articolo).

Le indagini, scaturite nel processo che oggi ha portato alla condanna dell’ex sindaco di Riace, avevano riguardato la gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Già dall’ottobre del 2017 Lucano era stato indagato. Nel corso dell’inchiesta condotta dalla Finanza, erano emerse irregolarità commesse dall’ex sindaco nell’organizzare “matrimoni di convenienza” tra cittadini del posto e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”.

Lucano e la sua compagna, anche lei coinvolta nell’inchiesta, secondo i pm di Locri avrebbero architettato degli espedienti volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia. Dalle intercettazioni era emerso, in particolare, il ruolo di Lucano nell’organizzazione del matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato per tre volte il permesso di soggiorno.