“La violenza sessuale non ha nulla a che fare con il sesso, ma ha tutto a che fare con il potere. Lui sapeva che quella sera poteva abusare di me. Una donna ne esce umiliata, senza forze”. Così ieri Luce Scheggi ha raccontato a Bianca Berlinguer la sua esperienza a Cartabianca.
Luce Scheggi: a Cartabianca il racconto di uno stupro
La sua storia somiglia a quella di tante altre donne. “Ero a Parigi con un conoscente. Siamo andati a una festa, abbiamo bevuto una bottiglia di vino. Mi ha ospitato a casa sua, quella notte mi sono addormentata e mi sono svegliata come mai avrei voluto fare in vita mia. Ha abusato di me. Solo dopo ho preso coscienza dell’accaduto. Lui mi disse che noi donne tendiamo a esagerare e che gli uomini vivono il sesso diversamente. Non ho più dormito per diverse notti, ce n’è voluto di tempo per elaborare il trauma”.
Luce Scheggi è una studentessa toscana “attivista” di 23 anni. A 19 è stata stuprata. Da un “amico”. Ma non è riuscita a farlo processare. Perché ha impiegato un anno e quattro mesi (troppi per la legge) a realizzare di essere stata violentata. Ha impiegato un anno e quattro mesi, centinaia di attacchi di panico, settimane di negazione. Poi l’analisi. Non le sono bastati otto giorni per realizzare che il sesso non era stato consensuale.
«L’ho cercato. Di nuovo. Mi ci sono confrontata: ma lui nulla. Mi ha detto che lo stupro è un’altra cosa, che stavo usando termini a caso. Che era un bravo ragazzo e che fra noi era successa solo una stupidata. Poi l’ho rivisto fisicamente dopo un anno. In realtà lo vedevo ogni giorno: qualunque ragazzo gli somigliasse mi causava un attacco di panico, per strada. È stato terribile».