L’ultima tentazione della Meloni: papparsi subito la Rai

Il pressing dei suoi e degli alleati stanno convincendo il premier Giorgia Meloni a rinnovare i vertici della Rai.

L’ultima tentazione della Meloni: papparsi subito la Rai

Non vorrebbe passare per l’epuratrice Giorgia Meloni. Ma il pressing dei suoi e degli alleati, a partire dalla Lega (più attendista è parsa Forza Italia), per rinnovare i vertici Rai la stanno convincendo che Carlo Fuortes (nella foto) non può rimanere molto tempo di più al suo posto.

Il pressing dei suoi e degli alleati stanno convincendo il premier Giorgia Meloni a rinnovare i vertici della Rai

Il problema però è che l’amministratore delegato della Rai, nominato a suo tempo da Mario Draghi, non ha alcuna voglia di mollare e intende arrivare alla naturale scadenza del suo mandato che è nel 2024. E considerando che non è prevista dalla legge la possibilità di rimozione da parte dell’esecutivo, se non in casi del tutto eccezionali, l’unica strada rimangono le dimissioni dello stesso Fuortes che, secondo fonti del centrodestra che spingono per la sostituzione, potrebbero arrivare appena dovesse mancare il sostegno del governo e del cda, con un passaggio dell’attuale ad – si ipotizza – al Maggio Fiorentino, che vede il sovrintendente Alexander Pereira in bilico perché indagato per peculato.

L’unica strada rimangono le dimissioni di Fuortes

Anche se Fuortes preferirebbe a quanto pare la Scala, dove però il sovrintendente uscente dovrebbe essere riconfermato. L’occasione per spingere l’ad fuori dalla Rai potrebbe essere il cda in cui verrà presentato il piano industriale. Che dovrebbe tenersi a marzo o al più tardi, secondo le indicazioni del management Rai, ad aprile. In quella sede i consiglieri di Lega e Forza Italia, Igor De Biasio e Simona Agnes, invece di astenersi come hanno fatto due settimane fa sul budget 2023, secondo le stesse indicazioni arrivate peraltro dalla Meloni che non voleva forzature su Fuortes, dovrebbero votare contro.

E se anche Alessandro Di Majo in quota 5Stelle e Riccardo Laganà (eletto dai dipendenti) bocciassero il piano, Fuortes si ritroverebbe in minoranza e dunque obbligato a un passo indietro come capitò ad Antonio Campo Dall’Orto. Ciò aprirebbe la strada a un successore interno, come Roberto Sergio, direttore di RadioRai, o Marcello Ciannamea, capo della Distribuzione. Un’altra via sarebbe quella di “commissariare” Fuortes affiancandogli come direttore generale Giampaolo Rossi, che nella precedente legislatura fu consigliere d’amministrazione in quota FdI.

Oppure il cambio potrebbe rientrare nel dossier delle nomine nelle partecipate che si terrà ad aprile. Ad ogni modo il pressing per una sostituzione è ormai alto. “Una Rai rinnovata prescinde dal risultato elettorale, da Sanremo e dalle polemiche”, è tornato a ribadire ieri il vicepremier e ministro oltre che leader della Lega, Matteo Salvini.

In ballo anche le nomine alle testate. Al Tg1 potrebbero andare Chiocci o Rao

L’unica via, sostengono alcuni, perché l’attuale vertice vada avanti è ottenere cambi di dirigenti come il direttore Intrattenimento Prime Time, Stefano Coletta, ritenuto responsabile per il mancato controllo sulle performance di Fedez a Sanremo, e nuove nomine alle testate che potrebbero cambiare gli equilibri in campo a favore di Fratelli d’Italia. A partire dal Tg1, con le ipotesi di un esterno come Gian Marco Chiocci o il passaggio di Nicola Rao dal Tg2. Il cda si riunirà, intanto, oggi, quando saranno comunicati i vicedirettori del Tg della seconda rete.

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