Manovra tutta tagli e tasse. E nella maggioranza riparte l’assalto alla diligenza

Da Bruxelles la premier Meloni sulla Manovra ha sconsigliato di “rincorrere le bozze, perché di bozze ce ne sono tante”.

Manovra tutta tagli e tasse. E nella maggioranza riparte l’assalto alla diligenza

Ieri da Bruxelles la premier sulla Manovra ha sconsigliato di “rincorrere le bozze, perché di bozze ce ne sono tante”. Ha assicurato che sul testo ‘’non ci sono particolari problemi’’. Giorgia Meloni ha spiegato ‘’che in queste ore il Mef l’ha inviata a Palazzo Chigi, io però non sono lì. Subito dopo, quindi in tempi stretti, verrà inviata al Parlamento’’. Ma l’unica cosa vera tra le cose dette dalla premier è che il ministero dell’Economia ha inviato il testo della legge di Bilancio a Palazzo Chigi che ora dovrà passarlo ai raggi x cercando di mitigare le tensioni tra gli alleati.

Da Bruxelles la premier Meloni sulla Manovra ha sconsigliato di “rincorrere le bozze, perché di bozze ce ne sono tante”

Infatti è falso, come ha detto Meloni, che non ci siano problemi. Il pressing della Lega e di Forza Italia su pensioni e fisco nelle ultime ore ha costretto il ministro leghista Giancarlo Giorgetti a rimettere mano al testo per alcune correzioni che potessero soprattutto far dire al leader del suo partito Matteo Salvini che il governo non affamerà chi vuole andare in pensione prima (ma neanche questo è vero come vedremo). Le fibrillazioni ci sono in maggioranza ed è difficile negarlo.

Se la premier auspica la regola degli zero emendamenti sulla Manovra, Forza Italia, che ha mal digerito un testo che mette le mani nelle tasche degli italiani – dalle tasse sulla casa (incremento della cedolare secca, più imposte sugli immobili ristrutturati col Superbonus) a quelle sui prodotti per l’infanzia – annuncia modifiche. Giorgio Mulè, deputato azzurro e vicepresidente della Camera, ha spiegato che alcuni emendamenti “saranno indifferibili, se non necessari, se alla lettura definitiva della Manovra che è in arrivo ci dovessero essere dei punti da correggere. Quindi gli emendamenti saranno presentati”.

Salvini assicura che il testo della legge di Bilancio è chiuso

Ma le contraddizioni non finiscono qui. Se Salvini assicura che il testo della legge di Bilancio è chiuso, “abbiamo lavorato tra questa notte e questa mattina”, ha sottolineato. L’altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, spiega quanto segue: “Non abbiamo ancora chiuso la legge di bilancio. Spero lo si possa fare presto”. Sul capitolo previdenza si concentra la battaglia di Salvini. “Soddisfazione della Lega per una Manovra importante e positiva per milioni di lavoratori e pensionati italiani”, recita una nota del partito di via Bellerio.

Ebbene il leader del Carroccio, nell’ultima versione della legge di Bilancio, ottiene che si torni a Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) al posto di Quota 104 (63 anni e 41 di contributi), nonostante quest’ultima fosse stata annunciata in conferenza stampa dopo il varo della Manovra e nei comunicati di Palazzo Chigi e del Mef, ma è solo uno specchietto per le allodole, una bandierina da poter sventolare per poter dire di aver evitato la stretta. In realtà Giorgetti non rinuncia ai meccanismi punitivi per chi lascia prima e non rinuncia a far cassa sui pensionati. L’accesso al pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contributi resterà in vigore anche nel 2024, ma l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro.

Giorgetti concede a Salvini il ritorno di Quota 103. Ma per finanziarla fa cassa sui pensionati

L’uscita varia inoltre tra dipendenti privati e pubblici: le finestre sono di 7 e 9 mesi secondo le ultime stesure, 6 e 9 secondo l’intesa che sarebbe stata raggiunta nella maggioranza. Per compensare questo intervento viene modificata anche l’indicizzazione delle pensioni, con una retromarcia sugli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.250 e 2.800 euro), per le quali l’adeguamento torna all’85% rispetto al 90% annunciato in un primo tempo. Torna anche, sparito nelle ultime versioni, l’anticipo al 2025 dell’adeguamento alla speranza di vita, che sarebbe dovuto scattare dal 2027. Mentre per sanitari, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 gli adeguamenti della quota retributiva saranno più bassi.

Sparisce anche la norma sul prelievo dai conti correnti. Nelle ultime stesure non cambia invece la norma sugli affitti brevi, con la cedolare secca che passerebbe quindi dal 21% al 26%. Novità poi sul taglio del cuneo, che viene confermato anche per il 2024, ma senza benefici per le tredicesime. Vengono poi dimezzate rispetto alle prime indiscrezioni (da 400 a 200 milioni) le risorse destinate al bonus sociale sulle bollette della luce nel primo trimestre, ma anche la dotazione per il Fondo per la disabilità e quella per il Fondo migranti. Sul fronte delle tasse aumenta da 5 a 10 anni il periodo di tassazione delle plusvalenze dalla vendita di case ristrutturate col Superbonus, mentre i Comuni che hanno terminato la procedura di dissesto potranno aumentare l’addizionale Irpef e anche la tassa d’imbarco (fino a 3 euro).

L’opposizione intanto attacca sul “testo fantasma”, il Pd si dice pronto a dare “asilo politico” a chi nel centrodestra vorrà presentare modifiche su alcuni temi. “Litigano su tutto. Meloni è ‘lady tax’”, l’affondo del presidente M5S, Giuseppe Conte, Avs parla di “un misero spettacolo”. Mentre Matteo Renzi ha scritto al presidente della Repubblica Mattarella, “il governo – la sua tesi – ha violato la Costituzione”. “Apprendiamo dalle che nella Manovra vi sarebbe, addirittura, un sostanzioso taglio delle risorse destinate al Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, che nel 2024 passerebbero da circa 600 milioni di euro a 230 milioni. Questa decisione rischia di determinare conseguenze negative anche per i malati rari, che sono circa 2 milioni di persone. Nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica: numerosi bambini e adolescenti affetti da malattie rare, infatti, sono portatori di disabilità neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche. Se ciò sarà confermato, in Parlamento daremo battaglia”, affermano in una nota i senatori del M5S in X commissione.