Il ritorno di Maroni al Viminale. La Lamorgese ha chiamato l’ex ministro dell’Interno a guidare la Consulta contro il caporalato. “C’è molto da fare, gli sfruttatori sono sempre in agguato”

L'ex ministro Roberto Maroni presiederà la Consulta per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato.

Il ritorno di Maroni al Viminale. La Lamorgese ha chiamato l’ex ministro dell’Interno a guidare la Consulta contro il caporalato. “C’è molto da fare, gli sfruttatori sono sempre in agguato”

L’ex ministro dell’Interno e del Lavoro, Roberto Maroni, presiederà la Consulta per l’attuazione del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio scorso. A nominarlo è stato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, oggi contestualmente all’insediamento dell’organismo avvenuto oggi.

“Ringraziamo di cuore Roberto Maroni, che ci ha dato il grande onore di accogliere la nostra richiesta” ha detto la Lamorgese annunciando la nomina dell’esponente e fondatore della Lega. Una richiesta, ha aggiunto il ministro dell’Interno, che “abbiamo fatto convintamente con i ministri Orlando, Patuanelli e con Enzo Bianco dell’Anci, in virtù della sua grande esperienza come ministro dell’Interno e del Lavoro: ci potrà certamente aiutare e la Consulta potrà agevolare il virtuoso raccordo tra le amministrazioni centrali ed il territorio”.

“È per me un grande onore – ha commentato Maroni – assumere la presidenza della Consulta contro il caporalato. Un onore ed un impegno che voglio portare avanti con tutta l’energia necessaria per dare vigore al protocollo d’intesa ed alla Costituzione che all’articolo 1 riconosce il diritto a lavoro come principio fondamentale di ogni essere umano”.

“C’è molto da fare – ha detto ancora Bobo Maroni -, gli sfruttatori sono sempre in agguato e condivido la strategia che si articola in iniziative molto concrete, a cominciare dalla mappatura del territorio per acquisire dati sui fabbisogni dei Comuni con la programmazione e realizzazione degli interventi di prevenzione di ogni forma di sfruttamento lavorativo”.

“Dobbiamo – ha proseguito l’ex ministro dell’Interno – fare squadra attraverso il coinvolgimento di prefetti, sindaci, associazioni della società civile, organizzazioni rappresentative di aziende agricole e lavoratori. La scorsa settimana a Milano c’è stata la prima condanna sul caporalato per i rider con una sentenza che ha sanzionato l’intermediazione illecita: è un messaggio importante che fa ben sperare”.