Mascherine promesse ma già rinviate. Altro bluff di Fontana. Farmacie lombarde ancora senza dispositivi. E pure i produttori vengono respinti

La saga continua. Ogni giorno che passa la terribile emergenza sanitaria che ha colpito la Regione Lombardia si accompagna a una serie di dichiarazioni, passi indietro e passi falsi che arrivano dalle istituzioni regionali. La Notizia ha già abbondantemente raccontato nei giorni scorsi quanto fatto (e non fatto) dalla giunta guidata da Attilio Fontana e dall’assessore alla Sanità, Giulio Gallera. Arriviamo così all’ultimo bluff: lo scorso fine settimana la Regione faceva sapere, orgogliosa, che finalmente l’intera popolazione lombarda sarebbe stata dotata di mascherine gratuite, tramite due canali: le amministrazioni comunali e le singole farmacie. Un concetto, questo ribadito anche ieri dall’assessore con delega alla Protezione civile Pietro Fioroni: “Come sistema di approvvigionamento lombardo ci stiamo impegnando per garantire la massima diffusione delle mascherine nei canali di distribuzione”.

Peccato, però, che i tempi saranno molto più lunghi di quelli annunciati. A rivelarlo una nota, di cui La Notizia è venuta in possesso, inviata domenica 5 aprile dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Lombardi alle singole farmacie. Poche righe ma molto chiare: “In relazione alle voci diffuse oggi (domenica, ndr) dell’imminente distribuzione delle mascherine nelle farmacie si informa che le stesse saranno disponibili in farmacia non prima di fine settimana prossima”. Come dire: prima che quanto annunciato diventi realtà, bisogna aspettare ancora più di qualche giorno, a essere ottimisti. Laconico, a riguardo, il commento del consigliere regionale M5S Nicola Di Marco: “Prima fanno un’ordinanza obbligando tutti i cittadini a coprirsi naso e bocca e fin qui si potrebbe essere anche d’accordo. Poi montano una campagna comunicativa volta a celebrare le ormai scricchiolanti eccellenze lombarde, creando alta aspettativa nella cittadinanza, nonché invitandola inconsciamente ad uscire di casa per ritirare l’ambito dispositivo, poi si ritorna alla realtà”. Che è, invece, caratterizzata da un’assenza quasi strutturale di mascherine.

FORNITURE SOSPESE. Ma a chiudere il quadro c’è un altro particolare non di poco conto. Se, infatti, mancano dispositivi di protezione, incredibilmente e paradossalmente non sono pochi gli imprenditori che invece sarebbero disposti a venderle alla Regione. Peccato, però, che Aria (Agenzia Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti), la centrale acquisti della Lombardia (una sorta di Consip regionale, per intenderci) abbia bloccato eventuali segnalazioni. Anche qui è una mail – secondo quanto risulta a La Notizia – inviata dalla stessa Aria già mercoledì primo aprile: “La ringraziamo per la sua offerta – spiega l’agenzia nella missiva – Al momento la domanda di mascherine è sospesa. Qualora avessimo bisogno di ulteriori chiarimenti, la contatteremo direttamente”. E poi la richiesta di non sollecitare ulteriore risposta dato che “riceviamo una media di 1.000 mail al giorno”.

In pratica, dunque, se così fosse (ma il beneficio del dubbio è d’obbligo) nonostante le mille richieste medie al giorno di imprenditori – si suppone – disposti a fornire la Regione di mascherine, nonostante le farmacie ancora siano sprovviste di dispositivi annunciati dalla stessa giunta, nonostante tutto questo, la fornitura è stata sospesa, per quanto ammesso dalla stessa Aria. Un controsenso e un cortocircuito che rivelano un’assenza di strategia, come sottolinea Di Marco: “Verificheremo prontamente quanto sta accadendo. Se tutto questo fosse confermato sarebbe una notizia che ha dell’incredibile, dopo giorni di accuse continue”.