Italiani massacrati dalle tasse. Nel 2025 il carico fiscale per famiglie e imprese nel nostro Paese raggiunge il 43,1% del Pil, ovvero 1,9 punti percentuali in più della media dell’Eurozona. Ed è lo scarto più alto degli ultimi dieci anni, come sottolinea la Confartigianato. Parliamo di un tax gap che vale 42,9 miliardi di euro, pari a 728 euro in più di tasse pro capite. Inoltre per le imprese pesano anche il caro energia, la mancanza di manodopera qualificata e le difficoltà legate al costo del denaro.
Massacrati dalle tasse: l’allarme di Confartigianato
Confartigianato sottolinea come la tassazione sul lavoro sia la più elevata in Europa, con l’aliquota che raggiunge il 44%, ovvero sette punti in più della media del Vecchio Continente. Il cuneo fiscale, quello su cui il governo Meloni vanta grandi successi, si attesta al 47,1% ed è il quarto più alto su 38 Paesi Ocse. Come detto, c’è poi la questione del caro bollette: le imprese italiane pagano l’elettricità il 24,3% in più rispetto alla media Ue. Un gap che per le piccole imprese vuol dire 5,4 miliardi di euro di maggiori costi energetici rispetto alla concorrenza comunitaria.
Non va meglio sul fronte della burocrazia: il 74% degli imprenditori italiani la definisce un grave ostacolo, un dato di otto punti superiore alla media Ue. Anche sul fronte della qualità dei servizi pubblici, il dato italiano è tra i più bassi in Europa: è soddisfatto solo il 34% dei cittadini, 21 punti sotto la media comunitaria. E anche l’interazione digitale con la Pa non è soddisfacente, fermandosi al 41,9% e al 25esimo posto nell’Ue.