È la fine del numero chiuso a Medicina. O, almeno, questo è l’obiettivo. Ad annunciarla è stato il presidente della commissione Istruzione del Senato, Roberto Marti, annunciando che il comitato ristretto della commissione ha adottato all’unanimità il testo base sulla delega al governo per la riforma dell’ingresso alla facoltà di Medicina. Con la “massima convergenza di tutte le forze politiche”.
L’iscrizione per gli studenti sarà libera nel primo semestre di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria. Senza bisogno di test. Poi, per l’ammissione al secondo semestre, verranno individuate delle discipline da superare in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. In caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi conseguiti consentendo di cambiare. Le nuove regole entreranno in vigore dal 2025: quest’anno, quindi, rimangono i test.
La fine del test d’ingresso a Medicina: cosa cambia
Con questa riforma verrà quindi eliminato il test d’ingresso a Medicina, che esiste ormai da più di 25 anni. Gli studenti potranno iscriversi nel primo semestre e stabilire le materie da seguire. Poi dovranno svolgere gli esami e conseguire i crediti. A quel punto ci sarà una graduatoria nazionale per l’ammissione al secondo semestre.
Se non si dovesse passare questo test si continueranno gli studi in area biomedica, sanitaria, farmaceutica, veterinaria con il riconoscimento dei crediti. E si spera in un ripescaggio – magari per posti vacanti – a giugno o successivamente.
La riforma del numero chiuso e le proteste dei medici
Il governo, secondo la riforma, viene delegato ad adottare entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione dell’accesso alla facoltà di Medicina. Il governo dovrà anche garantire programmi uniformi e coordinati e l’armonizzazione dei piani di studio dei corsi. Il numero complessivo dei crediti dovrà essere stabilito a livello nazionale.
L’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al conseguimento dei crediti formativi universitari stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre. In caso di mancata ammissione, i crediti verranno riconosciuti per un altro corso di studi, da indicare come seconda scelta con una doppia iscrizione obbligatoria e gratuita per il primo semestre.
La riforma non piace alla Federazione nazionale degli ordini dei medici. Il presidente, Filippo Anelli, si dice nettamente contrario: “Non è assolutamente una norma di buon senso, eliminare il numero chiuso a Medicina significa che tra dieci anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici, produrremo solo dei disoccupati”.