Medio Oriente, Israele promette vendetta e Teheran risponde

Il ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant: "non abbiamo altra scelta che contrattaccare". L'Iran pronto a un'arma "mai usata"

Medio Oriente, Israele promette vendetta e Teheran risponde

Israele risponderà all’Iran. L’attacco potrebbe essere “imminente. Nonostante le pressioni dell’Onu e dell’occidente il governo di Benyamin Netanyahu ha deciso. Yoav Gallant, il ministro della Difesa israeliana, l’ha comunicato a Lloyd Austin, il capo del Pentagono americano: “Non abbiamo altra scelta che contrattaccare”, gli avrebbe detto secondo la rivista Axios. Stesso concetto ribadito da Herzi Halevi, il capo di stato maggiore, parlando ai piloti nella base di Nevatim, deserto del Negev, che è stata colpita da un missile lanciato dai Pasdaran: “L’Iran voleva bersagliare le nostre capacità strategiche, la rappresaglia è inevitabile”.

Il ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant: “non abbiamo altra scelta che contrattaccare”

Teheran  ha messo in stato di massima allerta le sue difese aeree e ha ammonito che l’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian – lo scrive Mehr – avrebbe detto che l’inefficacia del Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel fermare le azioni israeliane non ha lasciato altra scelta all’Iran se non quella di ricorrere a un’operazione difensiva e punire Israele. Parlando con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica lunedì sera, Amirabdollahian ha aggiunto che l’Iran eavrbbe potuto attaccare Israele in modo molto più ampio ma ha preso di mira solo alcune postazioni militari israeliane, da dove hanno attaccato il consolato iraniano a Damasco.

L’Iran: pronti a usare “un’arma che non abbiamo mai usato”

l direttore generale dell’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi ha detto, parlando ai giornalisti a margine di un’audizione all’Onu, che l’Iran ha chiuso i suoi impianti nucleari domenica per “motivi di sicurezza”, li ha riaperti lunedì ma l’Aiea ha tenuto lontani i suoi ispettori dell’Aiea anche oggi “riprenderemo domani”. Lo scrive Haaretz. Interrogato sulla possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, Grossi ha detto: “Siamo sempre preoccupati per questa possibilità”. E ha esortato a “estrema moderazione”. Il Comitato per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che se Israele dovesse rispondere all’attacco di droni e missili dell’Iran, Teheran è “pronto a usare un’arma che non abbiamo mai usato“. Lo ha scritto l’Iran International. Nella stessa dichiarazione, Amouei ha affermato che Israele dovrebbe considerare i suoi prossimi passi e “agire con saggezza”.

Quattro funzionari statunitensi hanno detto all’emittente statunitense Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro le forze militari iraniane e i proxy sostenuti da Teheran al di fuori dell’Iran. Le opzioni potrebbero includere un attacco in Siria, hanno precisato tre funzionari americani che non si aspettano che la risposta colpisca gli alti funzionari iraniani, ma piuttosto le spedizioni o gli impianti di stoccaggio con armi o componenti missilistici avanzati inviati dall’Iran a Hezbollah.