Ma nessuno dice che la povertà dilaga? Sui giornali vedo solo lodi al governo Meloni. Ma si può?
Chiara Cetti
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Gentile lettrice, non creda ai “giornaloni”. Il Corriere della sera scrive (ma timidamente relega l’articolo all’online) che l’Italia di fatto è entrata in recessione (due trimestri consecutivi di calo del Pil). Formalmente la parola “recessione” viene evitata perché l’Istat ha apportato un arrotondamento dello 0,000009% evitando alla Meloni l’onta di far sapere che la sua narrazione trionfalistica è tutta fasulla. È il redde rationem dopo tre anni di conduzione governativa costellata di errori strategici dovuti all’insipienza della Meloni. Tra i grandi errori c’è la piatta adesione alla postura guerrafondaia in Ucraina, la sottomissione degli interessi italiani a quelli americani e dell’Ue (per esempio la firma del patto di stabilità) e infine la rinuncia al rapporto preferenziale con la Cina, dacché la Meloni, per compiacere Biden, è uscita dalla Via della Seta. Pochi mesi dopo andò a Pechino a chiedere investimenti in Italia e Xi la raggelò: “La Cina” disse “investe nei Paesi di cui ci fidiamo” e dove “c’è un terreno politico amichevole”. Il resto è cronaca. L’Italia meloniana ha registrato un calo della produzione industriale di 31 mesi su 34, mentre il potere d’acquisto degli italiani in 3 anni è sceso dell’8% (record mondiale) e la pressione fiscale è salita a livelli mai toccati (42,6%, ma secondo diverse stime sarebbe al 47%). E i consumi interni languono, perfino quelli alimentari, che sono sempre gli ultimi a comprimersi prima di una crisi conclamata. Ma nessuno lo dice.