La Sveglia

Meloni allergica alla verità. Ecco il Bestiario di sottogoverno

Sono talmente bugiardi che c’è l’imbarazzo della scelta. Eccone qualcuna. Bentornati al nostro quotidiano bestiario di sottogoverno.

Sono talmente bugiardi che c’è l’imbarazzo della scelta. Eccone qualcuna. Bentornati al nostro quotidiano bestiario di sottogoverno.

VIA D’AMELIO
Giorgia Meloni, piuttosto inferocita, al Senato ha risposto all’ex magistrato Roberto Scarpinato che ha ricordato come il suo governo sia sostenuto da un leader di partito che ha fatto affari con la mafia (Silvio Berlusconi) e come i padrini politici di Fratelli d’Italia siano eversori nella storia della Repubblica. La Meloni risponde a Scarpinato definendolo “una persona che ha avuto la responsabilità di giudicare gli imputati nelle aule di tribunale”. Falso. Nella sua carriera Scarpinato non è mai stato magistrato giudicante. Bisognerebbe conoscere le carriere, prima di volerle separare. Poi ha parlato del “depistaggio nel primo giudizio per la strage di via d’Amelio“. Altra bugia. Anzi, Scarpinato è stato colui che da procuratore generale ha chiesto e ottenuto la revisione del processo. Bene, no?

E MA ALLORA IL PD?
Ogni volta che si parla di parentele accade la stessa cosa. Quando si scrive che Giorgia Meloni ha nominato suo cognato Francesco Lollobrigida ministro all’Agricoltura la risposta è sempre la stessa: “E allora il Pd? E allora la moglie di quello? E allora la moglie di quell’altro?”. La verità in certi casi, per fortuna, è cristallina. In base alle verifiche di Pagella Politica, è la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana che un presidente del Consiglio nomina un proprio parente (o affine) nel suo governo. Per la precisione, è la prima volta dal 1946 che due persone imparentate tra loro fanno parte dello stesso governo. L’ultimo caso di due parenti presenti contemporaneamente nello stesso esecutivo risale infatti al Regno d’Italia, al governo guidato da Benito Mussolini, durante la dittatura fascista. A proposito di coincidenze.

PURE PIANTEDOSI INIZIA BENE
Il 26 ottobre, in un’intervista con La Stampa, il nuovo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato della strategia che il governo adotterà per contrastare gli sbarchi dei migranti irregolari. Tra le altre cose, Piantedosi ha detto che questi sbarchi “non dipendono solo” dalle navi delle organizzazioni non governative (Ong) presenti nel Mar Mediterraneo, aggiungendo però che queste imbarcazioni “sono un fattore di attrazione per i migranti”. Al momento non esistono studi che supportino la teoria secondo cui le navi Ong attirino le partenze dei migranti, anzi. Secondo una ricerca pubblicata nel 2020, la presenza di navi umanitarie al largo del Nord Africa non influisce sulle partenze. Quest’ultime sembrano essere legate di più alle condizioni meteorologiche e all’instabilità politica della regione. Gli toccherà inventare un ministero del mare mosso per chiudere i porti.

CONTANTI… SALUTI
Secondo la Meloni (che ha rotto il tetto di cristallo, ma anche il tetto dei contanti che la Lega di Matteo Salvini vorrebbe portare a 10mila euro) l’innalzamento del tetto sarebbe giustificato dal fatto che non esiste una “correlazione tra intensità del limite del contante e diffusione dell’economia sommersa”. Detta altrimenti, la premier dà per certo che l’evasione fiscale non aumenterebbe se si alzasse il limite dell’uso del contante, più difficile da tracciare rispetto ai pagamenti elettronici. Solo che a oggi esistono poche ricerche scientifiche sul tema e una risposta definitiva, come lascia intendere Meloni, non c’è. Per quanto riguarda l’Italia, esistono alcune prove scientifiche secondo cui un aumento del tetto al contante può contribuire a un aumento dell’evasione. Gli studi però non dicono quale soglia al tetto sarebbe la più adatta per bilanciare i benefici della misura con i suoi costi, sociali e non solo. Contanti… saluti, alla verità.

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