Messo in croce per niente. Dopo 9 anni l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella assolto dall’accusa di concussione

Assolto perché il fatto non costituisce reato. Dopo nove anni si è chiuso il primo grado del processo per Clemente Mastella. Assolta pure la moglie

Assolto perché il fatto non costituisce reato. Dopo nove lunghi anni si è chiuso il primo grado del processo per Clemente Mastella. I fatti e le accuse che nel lontano gennaio 2008 provocarono un terremoto politico, le dimissioni di Mastella da ministro di Giustizia, la successiva sfiducia al governo Romano Prodi, le elezioni anticipate vinte da Berlusconi, per i giudici di Napoli non sussistono. In pratica, l’Udeur connection non esisteva. Insieme all’ex ministro assolti pure la moglie Sandra Lonardo, l’ex consuocero Carlo Camilleri e gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte Luigi Nocera. Per Mastella, a questo punto, svanisce anche il rischio della sospensione dalla carica di sindaco di Benevento, che sarebbe scattata in caso di condanna in primo grado come conseguenza della legge Severino. Il pm aveva chiesto per lui 2 anni e 8 mesi per induzione indebita, riformulando una originaria accusa di concussione.

Tentata concussione – Il Tribunale ha invece riqualificato come abuso d’ufficio la presunta concussione ai danni di Antonio Bassolino, all’epoca presidente della Campania. Secondo la Procura, Mastella e i suoi fedelissimi avevano estorto a Bassolino la nomina di Luigi Abate a commissario dell’Area sviluppo industriale di Benevento minacciando altrimenti una crisi politica e il ritiro dei due assessori dalla giunta regionale. Il Tribunale l’ha pensata diversamente, non riscontrando reati. Ed ha assolto nel merito anche la signora Sandra Lonardo, all’epoca presidente del consiglio regionale della Campania, messa ai domiciliari e trascinata alla sbarra insieme a Mastella, all’ex consulente giuridico Felice Casucci e ad altri ex assessori e consiglieri regionali del Campanile per un’altra accusa: una tentata concussione ai danni del manager dell’ospedale di Caserta Luigi Annunziata provata, secondo i pm, dall’ormai famosa intercettazione della signora ascoltata mentre diceva al telefono “per me è un uomo morto”. Telefonata riferita al direttore dell’ospedale che secondo l’accusa andava colpito in qualche modo, anche attraverso interrogazioni e minacce di rimozione dall’incarico, perché non cedeva ai presunti diktat dei vertici dell’Udeur su alcune nomine interne.

Formula piena – Per questo capo d’imputazione il pm Ida Frongillo aveva chiesto la prescrizione per tutti gli imputati, ma alla luce delle risultanze processuali i giudici hanno accolto le tesi dei difensori ed hanno sentenziato per un’assoluzione piena, “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Assolto infine Mastella “perché il fatto non sussiste” anche in relazione a un’accusa di concussione a un sindaco del Sannio per la nomina di un assessore. “Ci sono voluti dieci anni per avere una sentenza” ha commentato Nocera, in aula al momento del verdetto. Mastella non c’era, ha aspettato la telefonata dei suoi avvocati mentre era al lavoro al Comune di Benevento.